il Punto Coldiretti

Italia: accordi controversi sul prezzo del latte

La querelle sul prezzo del latte, che ha visto Coldiretti non firmare un accordo svantaggioso per gli allevatori, ha suscitato l’interesse dei media francesi. Ecco come il settimanale transalpino "La France Agricole" ha ripercorso la vicenda, con un quadro della situazione del settore oggi dominato proprio da una multinazionale francese.

Lactalis e’ diventata il primo operatore industriale nel settore lattiero caseario italiano, dove detiene Italatte (ex Galbani) e Parmalat. Le tariffe della multinazionale francese si impongono quindi come prezzi di riferimento in tutta la penisola.
Nei primi anni, Lactalis raggiungeva facilmente accordi sul prezzo ad inizio campagna. Ai tempi in cui cercava di acquistare titoli Parmalat in Borsa per ottenere una minoranza di blocco, offriva un orecchio attento agli allevatori. Col passare degli anni e coi cambiamenti ai vertici dell’impresa, i negoziati si sono fatti piu’ difficili e piu’ sfavorevoli per gli allevatori, secondo quanto sostiene Ettore Prandini, presidente della Coldiretti [Lombardia ndr], il sindacato maggioritario italiano.
I dirigenti del gruppo francese fanno gioco su una debolezza del mercato italiano: il prezzo di acquisto del latte viene fissato ben dopo l’inizio della campagna. Cosi’, gli allevatori conferiscono il latte per diversi mesi senza conoscere quale sara’ il prezzo, scoprendo solo dopo che avrebbero fatto meglio a vendere a qualcun altro. A fine luglio, in Lombardia, principale regione produttrice, due sindacati minoritari hanno ceduto a Lactalis: 0,41 euro al chilo per il primo semestre e 0,42 euro al chilo per il secondo. Il sindacato non firmatario, la Coldiretti, continua a denunciare l’accordo che ritiene iniquo e disconnesso dalla situazione del mercato europeo. In effetti, all’inizio di settembre, alla Borsa di Verona, un litro di latte spot era quotato 0,513 euro.
Dall’inizio della crisi, nel 2007, ogni anno 6000 allevamenti abbandonano la produzione lattiera. Ne sono rimasti solo 39000. E nel primo semestre del 2013, la produzione lattiera e’ diminuita del 3% rispetto al 2012. "Ci sara’ ancora una produzione lattiera italiana dopo al scomparsa del regime delle quote?" si chiede preoccupato Prandini.
Nel frattempo, Lactalis continua ad acquistare in Borsa azioni della Parmalat, pur essendo gia’ largamente maggioritaria. Bisogna concluderne che la multinazionale francese crede nel futuro del latte italiano? A meno che non voglia uscire dal mercato azionario, per non dover piu’ rendere conto a nessuno. Una cosa e’ sicura: i formaggi che Lactalis vende con marchi italiani hanno un grande successo sul mercato internazionale… [Nadia Savin, settimanale – a cura di agra press]

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