il Punto Coldiretti

La crisi colpisce di più le aziende che fanno commodities

La crisi picchia duro sulle aziende agricole di medie e grandi dimensioni che producono merci indifferenziate (commodities) ma colpisce l’intera agricoltura, anche se con un certo ritardo rispetto agli altri settori economici.

E’ quanto emerso dall’indagine campionaria condotta dal prof. Donato Romano in collaborazione con la Coldiretti su un campione di 326 aziende che coprono tutte le principali filiere, presentata al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Cernobbio.

In termini assoluti le performance del settore agricolo peggiorano a causa delle caratteristiche strutturali della filiera agricola e del potere di mercato degli intermediari commerciali, che determinano una trasmissione asimmetrica delle variazioni dei prezzi, sia a valle che a monte dell’azienda agricola.

In pratica, ciò determina un peggioramento notevole dei redditi agricoli attesi per effetto di un peggioramento della ragione di scambio della fase di produzione agricola, di un aumento dei margini distributivi e di un’amplificazione delle fluttuazione dei prezzi all’azienda. In altre parole, la crisi mette in evidenza i mali antichi del settore, come la presenza di una struttura di mercato largamente imperfetta lungo tutta la filiera, in cui le imprese agricole rappresentano i vasi di coccio tra i vasi di ferro degli intermediari a valle e a monte.

Inoltre, i risultati dell’indagine campionaria del Prof. Donato Romano mostrano come la crisi sia un fenomeno altamente discriminatorio, che colpisce in maniera differenziata le diverse tipologie di impresa:

• in un quadro in cui la maggior parte delle imprese agricole denuncia un peggioramento del proprio fatturato, c’è quasi un 10% di aziende che migliorano, determinando così una polarizzazione dei risultati aziendali, continuando una tendenza già in atto dallo sgonfiamento della bolla dei prezzi;

• in generale soffrono maggiormente le aziende strutturate di dimensioni medie e medio-grandi (tra i 10 e i 50 ettari), mentre vanno relativamente meglio le imprese familiari pluri-attive, confermando che, come in altri settori, la piccola impresa familiare sembra essere maggiormente capace di assorbire gli shock, anche per la diversificazione del portafoglio delle sue attività;

• in particolare, la diversificazione delle attività aziendali, per esempio associando attività agrituristiche alla semplice produzione di beni agricoli, consente di resistere meglio alla crisi, con quasi 15 punti percentuali in più di aziende il cui fatturato è stabile e 10 punti percentuali in meno di aziende che hanno un fatturato in diminuzione;

• infine, resistono meglio alla crisi quelle aziende che riescono a differenziare le proprie produzioni: ad esempio la trasformazione aziendale dei prodotti garantisce un differenziale di 14 punti percentuali in meno di aziende che dichiarano un fatturato in diminuzione e un differenziale di oltre 9 punti percentuali in più per quelle che dichiarano un fatturato in aumento; un andamento simile si verifica nel confronto tra aziende che producono beni certificati (DOP, IGP, biologico, ecc.) e non.

L’indagine indica che le linee di azione su cui è necessario agire in maniera prioritaria sono:

• rendere più competitiva la filiera e/o ribilanciare il potere contrattuale delle fasi a valle e a monte dell’azienda agraria;

• riposizionare il mix produttivo, verso prodotti maggiormente differenziati qualitativamente, e commerciale, attraverso canali che preservino l’identità (produzioni certificate, trasformazione aziendale dei prodotti, ecc.);

• ridefinire le regole e le formule contrattuali di collocamento dei prodotti nelle prime fasi della filiera;

• migliorare la produttività aziendale, attraverso investimenti soprattutto di carattere strutturale;

• diversificare il portafoglio di attività a livello aziendale (agriturismo, servizi ambientali, produzione energia, ecc.), in modo da garantire una maggiore resilienza dell’impresa agli shock.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi