il Punto Coldiretti

La fraternità via e fondamento della pace

Nel messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della pace troviamo un accorato appello ad essere, con occhi e cuori diversi, portatori di pace a partire dalla fraternità fondata sulla giustizia sul rispetto della dignità della persona umana, per una rinnovata civiltà che oggi manca. Se la pace è frutto di relazioni autentiche, giuste e vere – dice il Papa – bisogna tornare all’essenza del nostro essere uomini.

La fraternità è un nuovo modo di relazionare da iniziare in famiglia, imparando a ragionare al plurale fino ad imbastire un rinnovato patto sociale che abbia cura anche delle fasce più deboli, di coloro che soffrono perché siano stimati, aiutati, amati. Non in chiave assistenziale  ma all’interno di nuove strategie politiche ed aziendali ispirate ai valori della solidarietà e della sostenibilità che possono generare valore non solo sociale ma anche economico. Le diseguaglianze di reddito e sociali sono aumentate in modo esponenziale e c’è l’urgenza di rivedere il modello di sviluppo orientato al benessere di pochi che ha provocato molti danni, distorsioni, squilibri, oggi insopportabili, con enormi costi umani.

Il Papa invita ad andare alla radice del declino dei comportamenti umani. L’uomo è dono, relazione e da questa sorgente nasce la fraternità, dimensione essenziale del vivere sociale. Senza fraternità diventa impossibile costruire una società giusta e una pace solida e duratura. Da qui la pace costruita sulla solidarietà e sul bene comune che non lascia a terra giovani, famiglie, imprese; da qui la riscoperta della fraternità nel campo economico e sociale per contrastare l’abbandono dei più deboli, la sperequazione economica, le disparità sociali, le ingiustizie e i conflitti.

Nella fraternità troviamo un  modello di sviluppo innovativo, oggi rivoluzionario, che fa prevalere gli interessi generali, la dimensione sociale, la coscienza civile, la responsabilità d’impresa. E’ un appassionato richiamo all’impegno concreto e serio rivolto a tutte le componenti della nostra società e al mondo imprenditoriale perché sia fattore di cambiamento, coniugando  competizione e condivisione, redditività e solidarietà, bene aziendale e bene collettivo.

Sono le strade sicure anche se esigenti del bene comune, patrimonio etico della scuola sociale cristiana e di un cristianesimo sociale che ha gettato tanti semi nei solchi della storia di Coldiretti. Impariamo  l’alfabeto della pace partendo dalla fraternità, dono e compito di ogni uomo di buona volontà, per rendere migliore e più bello il nostro mondo e per tornare a guardare con speranza al futuro.

Don Paolo Bonetti

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