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La Russia si prepara alla carenza di cereali

La siccità che ha colpito l’Europa si è fatta sentie particolarmente in Russia, dove la produzione ha fatto registrare un vero e propruio crollo, come riporta un articolo del quotidiano inglese Financial Times. 

Il clima secco che ha ridotto i raccolti di grano in tutto il mondo ha avuto effetti particolarmente disastrosi in Russia, dove la produzione di grano e’ diminuita di quasi un terzo. I prezzi delle farine russe sono gia’ raddoppiati rispetto allo scorso anno, e stanno facendo alzare il prezzo del pane.
La grave siccita’ che ha colpito l’Europa orientale e l’Asia centrale e’ in gran parte responsabile del calo della produzione mondiale di cereali, scesa quest’anno del 5,5% a 661 milioni di tonnellate, secondo i dati della FAO.
In Russia, la produzione di frumento e’ diminuita del 30,6% circa, a 39 milioni di tonnellate nel 2012 rispetto ai 56,2 milioni di tonnellate del 2011, afferma la FAO nel suo ultimo rapporto Food Outlook. Un dato ancora piu’ basso rispetto al 2010, quando il governo russo ha imposto un divieto generale di esportazione per il grano, dopo la siccita’ record che aveva devastato i raccolti del paese.
Altri paesi della CSI che esportano grano dal Mar Nero hanno avuto quest’anno raccolti non buoni. La produzione di grano e’ diminuita del 33,5%, a 15,5 milioni di tonnellate in Ucraina e del 52,4 %, a 10,8 milioni di tonnellate in Kazakhstan.
Visto che gli agricoltori russi raccolgono per ultimi, gli analisti indipendenti di Mosca sono ancora piu’ pessimisti rispetto alla FAO sulle prospettive per il raccolto 2012.
SovEcon, una societa’ di consulenza agricola russa, stima che il raccolto di grano di quest’anno sara’ di 38 milioni di tonnellate, ovvero inferiore di 3 milioni di tonnellate rispetto al terribile 2010.
E Dmitry Rylko, direttore della sede moscovita dell’Istituto per lo studio del mercato agricolo, afferma che la Russia potra’ considerarsi fortunata se la produzione di grano raggiungera’ i 38 milioni di tonnellate.
Gli operatori temono che la Russia imporra’ un divieto di esportazione di grano, anche se i funzionari hanno escluso restrizioni all’esportazione sia per quest’anno che per gli anni a venire. Questa e’ una buona notizia, dice Andrey Sizov, amministratore delegato di SovEcon. Il divieto del 2010 ha avuto ripercussioni negative sulla Russia, scoraggiando investimenti importanti nel settore agricolo.
Tuttavia, la Russia, considerato il terzo maggior esportatore mondiale di cereali, dovra’ per forza ridurre le esportazioni nei prossimi mesi. Le esportazioni di grano dovrebbero scendere a circa 9,5 milioni di tonnellate nel 2012-2013 rispetto al dato record di 20-21 milioni di tonnellate nell’anno precedente, afferma Rylko.
Segno che le forniture di grano nazionali stanno diminuendo, il governo russo ha iniziato a rilasciare titoli, nel tentativo di contenere l’aumento dei prezzi.
L’associazione dei mugnai russi ha avvertito questa settimana che il paese potrebbe trovarsi di fronte a una carenza di grano entro l’inizio del 2013, e ha invitato il governo ad facilitare le importazioni di grano dal Kazakistan e segale dalla Germania a partire dalla primavera prossima se gli stock dovessero scarseggiare.
Rylko e’ meno preoccupato dalla carenza di grano, e dice che se quest’anno ci sara’ un buon raccolto si potra’ andare avanti. Si potrebbe usare il mais in sostituzione del grano come mangime per gli animali, e conservare cosi’ gli stock per il consumo umano.
L’aumento dei prezzi dei cereali sul mercato interno e’ un duro colpo per gli allevatori, gia’ messi a dura prova da una maggiore concorrenza da parte dei fornitori di carne esteri nel momento in cui la Russia si muove per adeguarsi alle normative dell’Organizzazione mondiale del commercio, entrate in vigore dopo la sua adesione, ad agosto, all’organizzazione.
Quest’anno i consumatori russi hanno gia’ visto aumentare il prezzo del pane di circa il 7% a causa dell’aumento del costo della farina. Tuttavia, il grano incide solo per circa un quinto del costo del pane, quindi l’impatto degli aumenti dei prezzi non dovrebbe essere grave.
L’aumento della qualita’ della vita e la piu’ vasta gamma di alimenti disponibili hanno ridotto l’importanza del pane nella dieta di molti russi, secondo Rylko. "Il pane non e’ cosi’ sacro come una volta, anche se i politici dicono il contrario. Non si dovrebbe lasciare spazio all’isteria".
Anche se il cattivo raccolto ha rappresentato un ostacolo, i prezzi elevati stanno aiutando a compensare gli agricoltori russi delle perdite, dice Sizov. Gli agricoltori stanno piantando piu’ grano invernale e investono nelle tecnologie. "L’anno prossimo potrebbe esserci un raccolto di grano invernale migliore. Mi sembra una cosa positiva". [Isabel Gorst, quotidiano – a cura di agra press]

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