il Punto Coldiretti

La Syngenta finisce in mani cinesi, pronta l’acquisizione da parte di ChemChina

Mani cinesi sulla Syingenta. La ChemChina rileva il colosso elvetico dell’agrochimica per la cifra record di 43 miliardi di dollari, segnando la più grande acquisizione mai compiuta da parte di un’azienda cinese all’estero. ChemChina ha messo sul piatto 465 dollari cash per ogni azione e il consiglio d’amministrazione di Syngenta ha dato il via libera all’operazione dichiarando che "rispetta l’interesse degli azionisti". L’annuncio è coinciso con la diffusione dei conti dell’azienda svizzera, che ha chiuso il 2015 con ricavi per 13,4 miliardi di dollari e un utile in calo del 17% a 1,3 miliardi. Sui conti hanno pesato il crollo delle materie prime e la volatilità dei cambi, ha spiegato il gruppo. 

L’operazione dovrebbe essere completata entro la fine dell’anno e se andrà in porto Syngenta ha promesso una cedola speciale di 5 franchi per azione. L’operazione è anche la seconda più grande nel settore chimico negli ultimi due mesi dopo che a dicembre scorso Dow Chemical e Dupont hanno realizzato una fusione da 130 miliardi di dollari.   

Sempre l’anno scorso Syngenta era stata oggetto di attenzioni anche da parte della statunitense Monsanto ma le avances erano state respinte dal gruppo svizzero anche per il rischio di problemi con l’Antitrust americano. L’accordo con ChemChina invece, secondo gli osservatori, dovrebbe avere disco verde.   

Dietro gli obiettivi di espansione di ChemChina si nascondono interessi nazionali, spiegano gli analisti. Il presidente cinese Xi Jinping punta ad aumentare la produzione agricola e mantenere l’autosufficienza del Paese nel settore. La Cina ospita oltre il 20% della popolazione mondiale ma ha meno del 10% di terra arabile a livello globale. Con l’acquisizione di Syngenta Pechino avra’ accesso anche ai grandi mercati agricoli di Brasile e Gran Bretagna.

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