il Punto Coldiretti

L’agricoltura è tornata a rivestire un ruolo centrale nell’economia

La decisione di molti paesi produttori di imporre restrizioni alle esportazioni di beni alimentari per soddisfare la domanda interna di fronte a proteste e rivolte sta assecondando una spirale al rialzo dei prezzi a livello mondiale.

L’agricoltura è tornata in prima pagina sulla stampa internazionale con la riduzione delle scorte mondiali di prodotti agricoli e alimentari che sta determinando un cambiamento delle strategie nei diversi paesi per affrontare l’aumento dei prezzi che presenta un forte impatto sociale.

Se il riso è al massimo storico, il grano dopo una breve flessione è tornato a crescere e prospettive di aumento si hanno anche per altre materie prime agricole per effetto dell’aumento della domanda dei paesi emergenti, degli effetti del clima e delle speculazioni internazionali.

Molti paesi produttori hanno deciso così di limitare le esportazioni e di investire in nuove coltivazioni nazionali con l’obiettivo di ridurre i prezzi al consumo sul mercato interno. In Argentina, si è assistito ad un costante aumento delle tasse all’ esportazione. L’aliquota ha raggiunto fino al 44 per cento ed i prodotti interessati sono numerosi, dalla soia al granturco, ai semi di girasoli, dal grano alla carne. Una decisione che ha provocato ventuno giorni di scioperi e proteste tra gli agricoltori che si sono visti ridurre i propri redditi in una situazione di mercato favorevole.

Per la carenza di alimenti proteste sono scoppiate ad Haiti dove sono stati assaltati gli uffici delle nazioni Uniti ma tensioni sociali sono evidenti anche nelle Filippine ed in Indonesia dove è corsa nei negozi per gli accaparramenti. Per assicurarsi la disponibilità interna, l’Arabia Saudita ha tagliato i dazi all’importazione per un gran numero di prodotti alimentari come grano, pollo, latte e olio vegetale, in India è stata proibita l’esportazione di riso e ridotte le tasse all’importazione di granoturco, mentre il Vietnam, che è il terzo esportatore mondiale di riso, ha deciso di ridurre le spedizioni dell’11 per cento. La Cina ha annunciato un aumento del prezzo pagato agli agricoltori al fine di garantirsi disponibilità di prodotto e raffreddare la crescita dell’inflazione interna, le Filippine, il principale Paese importatore di riso a livello globale,  hanno annunciato un piano per mettere a coltura altri 600.000 ettari di riso e se il Vietnam ha deciso di ridurre di un milione di tonnellate le esportazioni per contenere i prezzi interni e garantire la disponibilità alimentare la Cambogia – continua la Coldiretti – ha addirittura vietato le esportazioni

Anche Paesi come l’Ucraina e la Russia stanno aumentando le superfici coltivate a grano al pari di quanto è avvenuto in Italia dove, secondo la Coldiretti – si prevede un aumento del 18 per cento in termini di superfici per il grano duro e del 14 per cento per il grano tenero. Mente l’aumento dei dazi all’esportazione di carne dall’Argentina che si sono aggiunti al blocco sanitario imposto dall’unione Europea al Brasile non mancherà di vaere effetti sulla produzione nazionale.

La stessa preoccupazione del governatore di Bankitalia Mario Draghi secondo il quale "l’inflazione restera’ alta quest’anno a causa dei prezzi del petrolio e degli alimenti" conferma le prospettive del  World Economic Forum (WEF) di Davos secondo il quale la riduzione della disponibilità alimentare con l’aumento dei prezzi è insieme alla crisi del petrolio, alla recessione Usa e alla globalizzazione dei rischi tra le minacce per l’economia mondiale da qui a dieci anni.

Uno scenario che prefigura un cambiamento delle gerarchie all’interno dell’economia e un ruolo nuovo e centrale da svolgere per l’agricoltura nei prossimi anni sia nella fornitura di beni alimentari che come opportunità per lo sviluppo di alternative energetiche. Questo non può che significare una nuova attenzione per sostenere la crescita del settore a livello nazionale, comunitario ed internazionale.

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