L’etichetta d’origine taglia il traguardo, ora è legge dello Stato
L’obbligo di indicare l’origine nell’etichetta dei prodotti alimentari in commercio è diventato legge dello Stato. La Commissione agricoltura della Camera, riunita in sede legislativa, ha approvato all’unanimità la norma che, sostenuta fortemente dalla Coldiretti e dai cittadini consumatori, mette finalmente in trasparenza la spesa salvando il made in Italy. L’approvazione della legge pone fine ad un grave inganno nei confronti dei produttori italiani e dei consumatori. Basti ricordare che circa un terzo (33 per cento) della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati, per un valore di 51 miliardi di euro di fatturato, deriva da materie prime importate, trasformate e vendute con il marchio Made in Italy. Un inganno sino ad oggi permesso, nonostante in realtà esse potessero provenire da qualsiasi punto del pianeta. Con grave danno per gli agricoltori italiani che oggi hanno potuto finalmente festeggiare lo stop alla concorrenza sleale. In piazza a Montecitorio è stata tra l’altro preparata una maxisalsiccia con la carne proveniente dagli allevamenti italiani. Ma l’ok alla trasparenza in etichetta cade anche a dieci anni dallo scandalo mucca pazza, che per la prima volta portò all’obbligo di indicare l’origine della carne bovina. Da allora si sono susseguite tante altre emergenze, dall’aviaria alla carne di maiale alla diossina, allarme proprio di questi giorni. Coldiretti ha provato a calcolare quanto siano costati tutti questi scandali alimentari. Ed è un conto piuttosto salato: 5 miliardi di euro. Il tutto a causa delle psicosi generate nei consumi dagli allarmi sanitari, come l’ultimo quello scoppiato in Germania, con effetti negativi anche sugli allevatori italiani di maiali. Proprio questo genere di casi aveva messo in evidenza come l’etichettatura fosse uno strumento di rassicurazione importante per i cittadini. Nel caso di mucca pazza per la carne bovina e dell’aviaria in quella di pollo, i consumi che si erano ripresi solo dopo l’introduzione dell’obbligo di indicare la provenienza in etichetta. Uova, carne di pollo, latte fresco infatti non hanno risentito di un calo negli acquisti a differenza dei salumi, mozzarelle, carne di maiale e dei formaggi, per i quali l’etichettatura non era obbligatoria. |
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