il Punto Coldiretti

L’inganno nel vaso, l’Ue dà il via libera al primo fiore biotech

Per la prima volta è stato dato il via libera alla commercializzazione di fiori geneticamente modificati in Europa. A denunciarlo è la Coldiretti dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea della Decisione di esecuzione della Commissione del 24 aprile 2015, relativa all’immissione in commercio di due garofani geneticamente modificati nel colore sulla base della relazione di valutazione presentata dai paesi Bassi in conformità all’articolo 14 della direttiva 2001/18/CE. Si tratta dei primi due fiori Ogm autorizzati dall’Unione Europea che ha dato il via libera a due garofani biotech da commercializzare come fiore reciso, modificati geneticamente con geni di bocca di leone, di petunia, del virus del mosaico del cavolfiore e del tabacco resistente alla sulfonilurea come marcatore, per ottenere il colore viola.

La decisione comunitaria adottata, oltre a rimarcare il deficit procedurale, in mancanza del più largo consenso degli Stati alla commercializzazione dei prodotti geneticamente modificati, suscita altre e più gravi preoccupazioni a proposito del prevedibile inganno cui possono essere esposti consumatori inconsapevoli. Il provvedimento, infatti prevede che la speciale indicazione della dicitura che attesta che il prodotto è geneticamente modificato e che non è destinato al consumo umano o animale, né alla coltivazione debba apparire su un’etichetta o, genericamente, su un documento che accompagna il prodotto, senza che siano indicate le specifiche modalità per assicurare che queste informazioni siano apposte sul prodotto, come proposto per il commercio, in modo da garantirne la sicura lettura da parte del consumatore.

In relazione, quindi, all’eventuale diffusione in commercio di garofani geneticamente modificati provenienti dai Paesi Bassi è necessario intervenire con urgenza, presso le competenti Autorità dei Paesi Bassi, al fine di assicurare che, nella fase di esecuzione della decisione comunitaria, siano definite precise modalità di etichettatura e presentazione dei prodotti indicati che ne attestino la natura geneticamente modificata in modo da assicurarne la immediata percezione da parte dei consumatori.

“L’arrivo di questa preoccupate novità rende ancora più stringente la necessità di garantire una completa informazione ai consumatori e di tutelare il grande patrimonio florovivaistico nazionale con misure di trasparenza in etichetta che facciano finalmente chiarezza sul luogo di provenienza e sulle tecniche di produzione”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “le importazioni sono ormai la maggioranza dell’offerta nazionale e non di rado arrivano da Paesi in condizioni di dumping sociale e ambientale”.

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