Materie prime e additivi, ecco la Cina “nascosta” nel piatto
Dalla Cina arrivano nel nostro paese tutta una serie di prodotti semilavorati a base di ortofrutta (tra cui pomodori, funghi, tartufi e legumi) che, grazie anche alla mancanza di trasparenza nelle etichette, finiscono nei prodotti alimentari italiani, senza che il consumatore ne venga informato. Ma negli anni la Cina si è anche affermata come grande produttore di additivi alimentari. A titolo di esempio, ecco i dati relativi alle importazioni italiane di acido citrico, di acido ascorbico (vitamina C) e vanillina – tra i più comuni additivi presenti nei prodotti alimentari – che non sono riconducibili al succo di limone o alle bacche di vaniglia. Si tratta, in effetti, di sostanze di derivazione sintetica o prodotte da microorganismi modificati geneticamente. L’Italia importa 44.967.592 chilogrammi di acido citrico, di cui 23.121.912 chilogrammi dalla Cina, pari al 51% del totale, 4.324.535 chilogrammi di acido ascorbico, o vitamina C, di cui il 55% dalla Cina (2.583.775 kg). Sono infine importati 796.087 kg di vanillina, aroma artificiale che viene sintetizzato chimicamente copiando la molecola dell’aroma naturale di vaniglia. Il 43% delle importazioni italiane di vanillina arrivano dalla Cina.
Import 2010, fonte Istat, elaborazione Coldiretti |
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