il Punto Coldiretti

Migliaia in piazza contro l’accordo Ue-Canada, pressing sul Parlamento

Oltre quattromila agricoltori della Coldiretti in piazza Montecitorio, a Roma, per gridare #stopCETA, il no all’accordo di libero scambio tra Ue e Canada che per la prima volta  nella storia legittima in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy accordando esplicitamente il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, oltre a spalancare le porte all’invasione di grano e carne agli ormoni.

"E’ nata una alleanza trasversale per difendere il Made in Italy di allevatori, agricoltori, consumatori, sindacalisti, ambientalisti, rappresentanti della società civile" ha sottolineato nell’occasione il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, nell’annunciare la mobilitazione permanente per fare pressing anche con email bombing e tweetstorm sui parlamentari che dovranno votare sulla ratifica del trattato nelle prossime settimane al Senato e alla Camera http://www.coldiretti.it/ #stopCETA. Alla manifestazione hanno preso parte anche Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch. 

Ma anche i Consorzi di Tutela delle Dop e Igp sono in rivolta contro l’accordo Ue-Canada. Il no al Ceta arriva dai Consorzi dell’Olio Extravergine di Oliva Toscano Igp, del Salame d’oca di Mortara Igp, della Nocciola Piemonte Igp, del Salame di Varzi Dop, del Fagiolo di Cuneo Igp, dell’insalata di Lusia Igp, degli Enti locali della Val d’Aosta, delle Dop del Pecorino crotonese e della ricotta affumicata crotonese e dei vini marchigiani (Imt).

Secondo il Dossier della Coldiretti, ben 250 denominazioni di origine (Dop/Igp) italiane riconosciute dall’Unione Europea non godranno di alcuna tutela sul territorio canadese. Peraltro il trattato dà il via libera all’uso di libere traduzioni dei nomi dei prodotti tricolori (un esempio è il parmesan) mentre per alcuni prodotti (asiago, fontina e gorgonzola) è consentito in Canada l’uso degli stessi termini accompagnato con “genere”, “tipo”, “stile”, e da una indicazione visibile e leggibile dell’origine del prodotto.

Ma se sono stati immessi sul mercato prima del 18/10/2013 possono essere addirittura commercializzati senza alcuna indicazione. La tutela delle indicazioni geografiche riconosciute non impedisce l’uso in Canada di indicazioni analoghe per coloro che abbiano già registrato o usato commercialmente tale indicazione (sono compresi nell’eccezione formaggi, carni fresche e congelate e carni stagionate). In sostanza si potrà continuare a produrre e vendere “prosciutto di Parma” canadesi in coesistenza con quello Dop ma anche “Daniele Prosciutto” locale. È anche riconosciuta la possibilità di utilizzare parti di una denominazione di una varietà vegetale o di una razza animale (come ad esempio la chianina).

Con l’azzeramento strutturale dei dazi all’importazione il Ceta spalanca poi le porte all’invasione dal paese nordamericano di grano, la principale coltivazione dell’Italia particolarmente diffusa nelle aree più deboli del Paese. Ma il trattato prevede anche il via libera all’importazione a dazio zero per circa 75.000 tonnellate di carni suine e 50.000 tonnellate di carne di manzo dal Canada dove vengono utilizzati ormoni per l’accrescimento vietati in Italia. 

Nell’accordo manca anche il riferimento alla portata vincolante del principio di precauzione che, in Europa, impone cautela nelle decisioni che riguardano questioni scientificamente controverse circa i possibili impatti sulla salute o sull’ambiente, compresi gli Organismi geneticamente modificati (Ogm). Al contrario, l’applicazione del principio di equivalenza delle misure sanitarie e fitosanitarie tra le parti consentirà l’arrivo di prodotti sui quali sono usate sostanze attive vietate nella Ue.

A sostenere la mobilitazione degli agricoltori della Coldiretti in piazza sono intervenuti i deputati Giuseppe De Cristofaro (si-sel), Giulio Marcon (si – sel), Adriano Zaccagnini (mdp), Massimiliano Fedriga (capogruppo lega nord alla camera, Francesco La Forgia (capogruppo mdp), Alfredo Dattorre (mdp), Basilio Catanoso (FI), Oreste Pastorelli (Misto-Psi-Pli), Nicola Fratoianni (SI-Sel), Nicodemo Oliverio (PD), Franco Bordo (Art.1-Mpd), Colomba Mongiello (Pd) e Giorgia Meloni (FdI-An) ed i senatori Giulio Tremonti (Gal), Monica Cirinnà (PdD), Elena Fattori (M5S), Stefano Fassina (SI-Sel) e Loredana De Petris (SI-Sel). Ma dal palco della Coldiretti hanno parlato anche Gianni Alemanno, già ministro delle Politiche agricole, Alfonso Pecoraro Scanio, già ministro delle Politiche agricole, presidente Fondazione Univerde. Susanna Camusso, segretaria generale CGIL, Rossella Muroni, presidente Legambiente, Federica Ferrario di Greenpeace, Cinzia Scaffidi slow food internazionale Monica di Sisto di Fair Watch, Elio Lannutti di Adusbef, il presidente di Federconumatori Emilio Viafora, Luca Zaia, presidente Regione Veneto, l’Assessore all’agricoltura della Regione Lazio Carlo Hausmann e quello della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero e del Molise Vittorino Facciolla.

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