il Punto Coldiretti

Mozzarella di Bufala, commissariato il Consorzio di tutela

E’ bufera sul Consorzio di tutela della mozzarella di bufala. Il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia, ha deciso il commissariamento dell’ente dopo la scoperta che alcuni stabilimenti di trasformazione hanno allungato impropriamente il latte di bufala con quello di mucca venduto a prezzi inferiori.

“Una decisione che deve aiutare a fare chiarezza su un prodotto simbolo dell’agroalimentare Made in Italy il cui successo dipende proprio dalla qualità e dalla trasparenza dei processi produttivi che concorrono a realizzarlo, dal lavoro alla materia prima fino all’informazione ai consumatori verso i quali non possono essere tollerati inganni.  – commenta il presidente di Coldiretti, Sergio Marini -. Ma il Commissariamento deve essere anche l’occasione per riequilibrare la presenza degli allevatori nel Consorzio, dove fino ad ora ha prevalso la componente industriale, per realizzare un necessario e profondo cambiamento, a garanzia degli allevatori”.

La mancata corrispondenza fra indicazioni in etichetta previste dal disciplinare e i componenti costitutivi del prodotto rischia, infatti, di costare cara agli imprenditori onesti sul piano nazionale e internazionale. La mozzarella di bufala offre opportunità di occupazione a 20mila persone con una produzione annuale di circa 31 mila tonnellate, di cui il 16 per cento destinato all’esportazione, per un valore di oltre a 300 milioni di euro.

Nella produzione di mozzarella di bufala sono impegnati oltre 3mila imprenditori e 370 caseifici, con intorno a 250.000 capi allevati, di cui circa 130 mila bufale in lattazione, distribuiti in 1850 allevamenti. L’80 per cento degli animali è distribuito nell’ambito del territorio campano, il restante 20 per cento è dislocato nel basso Lazio, in Puglia e in Molise, secondo la Regione Campania.

Dal 12 giugno 1996, la Mozzarella di Bufala Campana ha ottenuto il riconoscimento del marchio a Denominazione di Origine Protetta  e ora è al quarto posto per produzione tra i formaggi Dop.

Secondo Coldiretti, gli ottimi risultati dell’attività di controllo nei confronti dell’illegalità devono essere accompagnati da una stretta nella maglie larghe della legislazione che permette tuttora di spacciare come Made in Italy quasi la metà della spesa fatta dagli italiani perché manca l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima in tutti i prodotti alimentari in vendita.

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