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Nuove regole per i vini a denominazione d’origine

Il recepimento e l’integrazione tra la recente Ocm vino e la normativa attualmente vigente nel nostro Paese rappresentano una straordinaria occasione per mettere mano al complesso delle disposizioni nazionali anche non strettamente connesse alla legge sulle denominazioni. Da più parti, infatti, si ritiene indispensabile rivedere la normativa vitivinicola nazionale, dalla Legge 164/92 alla Legge 82/06 al DLgs 260/00 agli innumerevoli decreti applicativi.

L’obiettivo è fare chiarezza, mettere in coerenza le norme e semplificare la gestione delle imprese vitivinicole italiane, ciascuna delle quali attualmente occupa in media almeno 2 ore al giorno per adempiere ai vari obblighi di legge. La burocrazia incide per oltre il 20% del tempo lavoro dedicato all’azienda, equivalente a circa 100 giornate all’anno impiegate in adempimenti che spesso sono solo formali.

Sarebbe quindi fondamentale armonizzare e coordinare l’operato dei vari soggetti pubblici e non che a vario titolo hanno a che fare con la produzione del vino. La semplificazione dovrebbe basarsi su quattro elementi essenziali: la condivisione di un unico contenitore informatico – il fascicolo aziendale agricolo costituito ai sensi del DPR n. 503/99 – all’interno del quale ogni produttore dichiara, comunica o richiede quanto previsto dalle varie disposizioni normative; la possibilità a favore del produttore di autocertificare sotto la propria responsabilità alcuni dati ma anche, in caso di dubbio, l’opportunità di richiederne una verifica preventiva all’amministrazione o soggetto competente; la disponibilità di dati aggiornati e certificati in tempo reale a favore di tutti i soggetti che ne hanno titolo; la non duplicazione delle attività e dei controlli a vantaggio dei produttori e della pubblica amministrazione.

Quanto alla proposta di modifica della legge 164/92, da più parti si sente l’esigenza di una profonda revisione. La produzione dei vini a denominazione, come del resto tutto il settore vitivinicolo, ha bisogno di una più forte spinta competitiva che non può prescindere da una reale semplificazione degli adempimenti connessi.

Questa dovrà essere centrata sulla condivisione di un unico strumento informatico: il Sian-fascicolo aziendale dove iscrivere il vigneto all’albo, dichiarare e rivendicare le produzioni di uva, effettuare la scelta vendemmiale, dichiarare produzioni di vino, giacenze e ogni altro adempimento, richiesta o comunicazione inerente la produzione, la certificazione e il controllo dei vini a denominazione e indicazione geografica.

Il dibattito sulla modifica della legge 164/92 si trascina già da qualche anno, ma sembra che siano maturi i tempi per arrivare a definire un testo adatto a coniugare le esigenze di tutela delle denominazioni (a vantaggio di consumatori e produttori) con una reale “sburocratizzazione” del settore.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
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