Nuove regole sulla stabulazione suini ma serve non penalizzare le imprese
A Bruxelles si è fatto il punto con gli Stati membri Ue e le parti interessate sull’implementazione della Direttiva del Consiglio Europeo 2008/120/CE riguardante la stabulazione in gruppo sulle scrofe, che diventerà obbligatoria dal 1° gennaio 2013 per le aziende con più di 10 scrofe. Gli Stati membri sono i principali responsabili della sua attuazione, con l’obbligo di effettuare controlli in azienda nell’ambito di quanto previsto dal Regolamento 882/2004 sui controlli ufficiali. La Commissione europea sta intanto usando tutti gli strumenti a sua disposizione a livello comunitario per far sì che gli Stati stessi siano conformi alla legislazione, sia raccogliendo i dati e le informazioni sui piani di azione nazionale, sia migliorando la comunicazione con le parti interessate e formando il personale veterinario. Il Commissario europeo per la salute e la politica dei consumatori – John Dalli – ha inviato una lettera a tutti i ministeri dell’Agricoltura degli Stati membri ed è stata creata una task-force della Commissione europea (Dg Sanco/Dg Agri) per esaminare prioritariamente le questioni del sostegno finanziario nell’ambito dei programmi di sviluppo rurale e quelle legate al mercato interno. Secondo i dati resi disponibili dagli Stati membri, questo dovrebbe essere lo stato dell’attuazione al 31 dicembre 2012: dodici Stati membri prevedono di essere completamente in regola; sette che almeno il 90% delle aziende agricole saranno in regola; cinque prevedono un grado di conformità tra il 70% e l’89%; tre non hanno fornito previsioni e l’attuale livello di conformità oscilla tra il 28% ed il 55-60%. Poiché molto probabilmente l’Unione non sarà al 100% ottemperante alla nuova norma, è stato giustamente rilevato che sarà necessario imparare dalla lezione del settore delle galline ovaiole in modo da poter gestire l’impatto sul mercato interno, evitando al contempo la concorrenza sleale delle importazioni provenienti da Paesi terzi che non sono sottoposti agli stessi standard. Quanto alla situazione nel nostro Paese, secondo i dati emersi da una recente indagine del Ministero della Salute il numero degli allevamenti italiani già adeguati alla norma è pari al 53,8% di tutti gli allevamenti con scrofe. L’indagine è stata realizzata su un campione di aziende (2.285 allevamenti da riproduzione) con una consistenza totale di scrofe stimata dall’Anas–Associazione nazionale allevatori suini in circa 530.500 capi (la consistenza totale delle scrofe in Italia nel dicembre 2011 era di 708.770 capi). Scarica il documento Coldiretti sull’adeguamento degli allevamenti italiani alla Direttiva del Consiglio Europeo 2008/120/CE.
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