il Punto Coldiretti

Nuovi impianti vitati, necessario rivedere il meccanismo di assegnazione delle autorizzazioni

Sulla base di dati ancora non definitivi per la prima annualità ci sarebbero oltre 3800 richieste per oltre 65.000 ettari di nuovi impianti concentrate per oltre i due terzi nelle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia; ma il boom di richieste ha interessato quasi tutte le Regioni. Infatti salvo pochissime eccezioni (Piemonte e Lazio) la soglia teorica del 1% della rispettiva superfice vitata regionale sarebbe stata superata in tutte le Regioni.
 
Premesso che una analisi più dettagliata sarà possibile solamente quando saranno resi disponibili i dati definitivi è evidente che le modalità individuate per il 2016 stanno evidenziando chiaramente delle fortissime criticità. Nella fase di definizione del decreto Coldiretti aveva messo in guardia il Ministero del forte rischio di fenomeni speculativi e della necessità di accompagnare il criterio oggi individuato del pro-rata con altri meccanismi di salvaguardia.

Appare pertanto inevitabile avviare quanto prima una revisione del decreto nazionale approvato a dicembre scorso. Come già evidenziato in passato è necessario che le norme nazionali prevedano una gestione attiva del potenziale produttivo anche all’interno del sistema di autorizzazione degli impianti vitati per scongiurare il rischio che l’assenza di regole utili, in nome della semplificazione, danneggi il settore.

Sebbene si possa condividere un approccio di gestione più semplificato non necessariamente basato su bandi strutturati con criteri di ammissibilità e priorità si ritiene necessario e imprescindibile che un bando semplice basato sul criterio del riparto proporzionale sia accompagnato da opportuni meccanismi di salvaguardia ed equità da fenomeni speculativi, basati sulla determinazione di un tetto massimo di superficie richiedibile e/o per singola assegnazione e una soglia di esenzione al di sotto di una determinata superficie dall’applicazione della decurtazione proporzionale.

Inoltre anche al fine di rispondere prontamente alla forte esigenza di crescita delle superfici manifestata in alcuni territori  si ritiene necessario anticipare il bando per l’annualità 2017 già alla fine del 2016 in modo da poter concedere le future autorizzazioni sin dai primi giorni del prossimo anno.

Infine è necessario definire nel più breve tempo possibile il quadro sanzionatorio specifico in modo che possa essere oltremodo dissuasivo rispetto a fenomeni speculativi. La proposta è nel Testo Unico del vino ma presa in considerazione la possibilità di anticiparlo in altro provvedimento legislativo di piu veloce approvazione.

 

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