Ok a richieste Coldiretti, autorizzato l’uso d’emergenza del Propanil per il riso
Il Ministero della Salute ha emanato, con parere positivo del Ministero dell’Ambiente e del Ministero delle Politiche Agricole, il decreto 29 aprile 2013 (scarica) che autorizza l’uso d’emergenza del Propanil per il riso dal 29 aprile fino al 27 agosto 2013. Coldiretti esprime grande soddisfazione per aver ottenuto questo provvedimento importantissimo per la risicoltura italiana che consente di combattere i fenomeni di resistenza alle malerbe. Propanil, infatti, é un erbicida da decenni ampiamente impiegato in risaia per i trattamenti di post-emergenza, da solo o in miscela con altre molecole (ad es. solfoniluree, MCPA o Triclopyr). Il mancato uso di questa molecola in risaia nel corso dell’attuale campagna agraria avrebbe comportato un rischio agronomico ed economico molto elevato per la risicoltura italiana. Secondo Coldiretti, una stima conservativa derivante delle perdite dirette derivanti dall’eventuale impossibilità di impiego del Propanil su almeno 1/3 della superficie (circa 80.000 ha, calcolo approssimativo delle superfici con presenza di popolazioni ALS-resistenti) per il controllo di malerbe resistenti si aggira intorno al 20 per cento della produzione su quella superficie e, quindi, intorno al 6-7 per cento della produzione totale. E’ evidente che tali valori sono riferibili al solo primo anno di mancato utilizzo, mentre gli anni successivi la perdita produttiva dovuta a tali infestazioni sarebbe molto più marcata, in seguito all’incremento esponenziale di semi resistenti nelle risaie e alla crescente competizione negativa delle malerbe non controllate nei confronti delle coltivazioni di riso. I benefici derivanti dal mantenimento delle risaie dovute all’uso del Propanil sono anche sul piano ambientale. Una condizione di non sostenibilità agronomica ed economica della risaia legata alla mancata disponibilità del principio attivo Propanile avrebbe determinato una diminuzione degli investimenti a riso da parte degli agricoltori con l’incremento dell’impiego di sistemi agricoli come mais, soia, frumento, prati, pioppi, ecc. estremamente diversi dalle risaie dal punto di vista della biodiversità animale e vegetale che li caratterizza, con il rischio anche di graduale scomparsa di specie faticosamente mantenute e protette negli ultimi anni. Uno studio condotto dall’Università di Torino parzialmente finanziato dalla Direzione Agricoltura della Regione Piemonte nell’ambito del progetto pluriennale "La sostenibilità economica ed ambientale dei sistemi colturali erbacei" dimostra, inoltre, come tale sostanza attiva abbia una rapida dissipazione nei comparti acqua-suolo per cui è anche sicura per quanto concerne la tutela dello stato di salute delle acque. Ciò nonostante, le Amministrazioni hanno ritenuto di dover vietare, come lo scorso anno, l’uso del prodotto nelle risaie ricadenti nelle aree di rete Natura 2000. In base a quanto previsto dal decreto, le Imprese, titolari delle autorizzazioni all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario, sono tenute ad effettuare uno specifico monitoraggio per valutare eventuali effetti negativi nei confronti di uccelli e mammiferi, organismi acquatici e artropodi non bersaglio (Par.7 del Regolamento(CE) 1078/2011) i cui risultati dovranno essere trasmessi al Ministero della Salute per le successive valutazioni. Coldiretti esprime, in conclusione, un grande apprezzamento per il lavoro compiuto dai Ministeri della Salute, dell’Ambiente e delle Politiche agricole e dagli esperti della Commissione consultiva dei prodotti fitosanitari che hanno tenuto in considerazione l’alto valore socio-economico della cultura del riso e del suo profondo legame con il territorio essendo questo principio attivo ritenuto essenziale ed insostituibile dalle locali comunità di agricoltori. |
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