Ok del Consiglio dei Ministri al decreto per la competitività ma serve l’etichetta d’origine
E’ positivo l’impegno per riaffermare e sostenere il percorso iniziato per far uscire dall’anonimato oltre la metà della spesa alimentare degli italiani per la quale non è ancora obbligatorio indicare in etichetta la provenienza con il rischio che venga spacciato sul mercato nazionale ed estero il falso Made in Italy a danno degli imprenditori e dei consumatori. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini, in riferimento all’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del Disegno di legge per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare presentata dal Ministro per le Politiche Agricole Luca Zaia. Con le mobilitazioni degli ultimi anni siamo riusciti – precisa Marini – ad ottenere l’obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro e extravergine di oliva nonostante le resistenze delle lobbies in Italia ed in Europa. La salvaguardia del diritto dei consumatori a conoscere la provenienza del cibo che acquistano non ha nulla a che fare con il protezionismo, ma è invece – sottolinea il Presidente della Coldiretti – una misura di trasparenza che favorisce la concorrenza ed impegna i produttori a qualificare la propria offerta che è riconoscibile sul mercato. Negli Stati Uniti la stessa amministrazione Obama ha impresso una decisa svolta alla politica alimentare statunitense promuovendo l’ indicazione di provenienza sulle etichette degli alimenti. Si tratta di una misura fortemente sostenuta dai consumatori e dagli agricoltori statunitensi. La Coldiretti aveva siglato un protocollo di intesa con la National Farmers Union (NFU), (l’Organizzazione agricola statunitense), proprio per l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine degli alimenti per consentire ai consumatori di tutto il mondo di conoscere la provenienza dei cibi che acquistano sul mercato. In Italia l’etichetta – sottolinea la Coldiretti – è ancora anonima per la carne di maiale, coniglio e agnello, per la pasta, le conserve vegetali come il pomodoro proveniente dalla Cina e i succhi di frutta, ma anche per yogurt, latticini e formaggi non a denominazione di origine. E’ bene pertanto che – precisa la Coldiretti – l’Italia, non ceda alle pressioni interessate, e si faccia promotrice in Europa di una nuova normativa attenta alla trasparenza anticipando quanto sta avvenendo negli Stati Uniti. |
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