il Punto Coldiretti

Operazione Verità, ok al decreto per l’etichetta d’origine su latte e derivati

“E’ un importante primo risultato della nostra mobilitazione a difesa del Made in Italy dalla stalla alla tavola che ha impegnato migliaia di allevatori ai valichi, ai porti, davanti agli stabilimenti industriali e nelle sedi istituzionali”.

E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nell’esprimere grande soddisfazione e un sincero ringraziamento al Ministro delle Politiche Luca Zaia che ha presentato ufficialmente il decreto sull’obbligo di indicare l’origine in etichetta per latte e derivati che “è un grande risultato che va nell’interesse degli imprenditori agricoli ma soprattutto dei consumatori e della trasparenza e competitività dell’intero sistema Paese”.

Il Decreto obbliga ad indicare l’origine del latte impiegato nel latte a lunga conservazione e in tutti i prodotti lattiero caseari ma vieta anche l’impiego di polveri di caseina e caseinati nella produzione di formaggi. Si stabilisce chiaramente che il formaggio si fa con il latte e non con le polveri ma regolamenta anche l’impiego di semilavorati industriali (cagliate) nella produzione di formaggi e mozzarelle che dovrà essere indicato in etichetta.

Lunedì 27 luglio si è tenuto presso il Mipaaf il primo incontro tecnico per definire contenuti e dettagli operativi del decreto, al quale erano presenti tutte le parti della filiera, che hanno sostanzialmente condiviso il testo presentato dal ministro Zaia. Pochi gli aggiustamenti di natura tecnico-giuridica proposti. Sono stati inoltre discussi i tre capitoli mancanti, relativi a tempi di applicazione, sanzioni e controlli, sui quali Coldiretti ha presentato proposte puntuali e coerenti con il progetto di una filiera agricola tutta italiana.

Il decreto rappresenta un passo importante per cambiare una situazione che vede passare ogni giorno dalle frontiere italiane 3,5 milioni di litri di latte sterile, semilavorati e polveri di caseina pronti per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all’insaputa dei consumatori.

In Italia in un anno sono arrivati ben 1,3 miliardi di litri di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte di cui circa 15 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi all’insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori.

A rischio ci sono 43 mila stalle, quasi 200 mila occupati e oltre 22 miliardi di euro di valore generato dalla filiera nel settore lattiero caseario che rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare italiano.

Nel nostro Paese il latte viene pagato in media agli allevatori italiani 0,31 euro al litro mentre sugli scaffali arriva a 1,35 con un ricarico del 350 per cento dalla stalla allo scaffale. Oggi il latte agli allevatori italiani viene pagato meno di venti anni fa. 

Durante la mobilitazione durata tre giorni gli agricoltori della Coldiretti hanno collaborato con le forze dell’ordine alle verifiche dei prodotti alimentari provenienti dall’estero nei valichi, del Frejus, Tarvisio, Brennero e Ventimiglia, e nei porti di Venezia, Ancona, Ravenna, Palermo, Salerno, Brindisi, Bari, Oristano, Olbia e Porto Torres.

Nel corso dei controlli delle centinaia di camion in transito sono moltele allarmanti scoperte fatte dalla Coldiretti: dalle mozzarelle tedesche dirette in Campania ai pomodori olandesi richiesti da cooperative di Trento e Verona, ma anche prosciutti provenienti dalla Repubblica Ceca in viaggio verso Modena, formaggi tipo grana diretti a Reggio Emilia e pomodorini a grappolo diretti a Cerignola.

Ed ancora olive greche dirette ad Ascoli, nota per le famose olive all’ascolana, concentrato di succo d’arancia per Messina e olio di palma indonesiano diretto a monopoli patria dell’olio di oliva. Non sono mancate contestazioni delle forze dell’ordine per i gravi problemi di sicurezza alimentare della merce trasportata soprattutto per la violazione di norme igieniche nel trasporto della carne e dei derivati del latte.

Sono stati moltissimi anche gli incontri con rappresentanti istituzionali a livello locale, regionale e nazionale a partire dal presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini al quale va la gratitudine per il sostegno dimostrato alla tutela e valorizzazione del Made in Italy che è un importante segnale per l’iter parlamentare dei provvedimenti di interesse agricolo. Proprio a Montecitorio gli imprenditori agricoli della Coldiretti hanno mostrato come sia possibile fare il formaggio senza latte, ovvero utilizzando polveri.

Ma la mobilitazione non ha interessato solo valichi, porti e sedi istituzionali. Migliaia di agricoltori hanno invaso supermercati e ipermercati di tutta la Penisola per denunciare il fatto che solo un prodotto su tre di quelli venduti nella grande distribuzione italiana è realizzato con prodotti agricoli italiani, ma nessuno lo sa. Per questo alcuni “attivisti” della Coldiretti sono entrati nei supermercati con curiose magliette con la scritta “gli italiani lo fanno meglio”, hanno regalato frutta a km zero ai consumatori per far assaggiare il gusto del vero made in Italy e hanno distribuito volantini per svelare gli inganni a tavola.

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