Ortofrutta, crollato nel 2009 il saldo commerciale
L’Istat ha finalmente reso disponibili i dati complessivi 2009 degli scambi per i prodotti ortofrutticoli e i timori si sono rivelati realtà: aumentano le importazioni di ortofrutta (+9,4% in volume e +6,9% in valore) e diminuiscono le esportazioni (-7% in volume e -15,7% in valore). E se i saldi (export-import) rimangono positivi per la frutta, sia in termini di valore che di volumi, gli ortaggi si mantengono a galla in valore ma non in quantità. Il deficit diventa, infatti, più marcato, con un saldo negativo di oltre 4 milioni di quintali di prodotti importati in più rispetto a quanto esportato. Analizzando i diversi gruppi di prodotti emergono, tra la frutta, situazioni molto pesanti per gli agrumi e l’uva da tavola, le cui esportazioni in termini di volumi sono diminuite, rispetto al 2008, rispettivamente del 16,5 e del 27,4%, mentre in termine di valore, tutti i prodotti frutticoli hanno perso tra il 12 e il 32%. Dal lato delle importazioni va rimarcata la netta crescita di due gruppi di prodotti di cui è molto forte la produzione nazionale e dei quali non ha senso l’importazione: gli agrumi e le drupacee (albicocche, ciliegie, pesche, prugne). Le importazioni di agrumi sono aumentate del 14,9% in valore e del 35,4% in volumi, mentre quelle delle drupacee sono aumentate del 16,5% in valore e del 28,4% in volume. Non emergono risultati migliori per gli ortaggi, con aumenti delle importazioni, in volume, a due cifre per i pomodori e le lattughe (+ 47,3%), per cavoli e simili (+74,2%), per le carote (+75%), mentre crollano le nostre esportazioni. Quando Coldiretti afferma che sugli scaffali dei punti vendita vengono sempre più commercializzati prodotti stranieri viene accusata di demagogia e di disinformazione, ma i dati dell’Istat dimostrano chiaramente quello che si tratta di un trend spesso non visibile sul punto vendita per la mancanza o la manipolazione delle etichette di origine dei prodotti. Cosa serve? Innanzitutto una maggiore attività di controllo sui requisiti igienico-sanitari dei prodotti di importazione, chiedendo con forza il rispetto di criteri di reciprocità delle regole che valgono per le produzioni nazionali e che devono valere anche per le produzioni di importazione (comunitarie o meno). Poi la sospensione di ulteriori accordi di libero scambio con paesi extra-Ue che non sono contro-stagione rispetto alle nostre produzioni, ma in diretta competizione. Necessari anche una maggiore attività di controllo del rispetto dell’etichettatura di origine dei prodotti ortofrutticoli e il rilancio della capacità di export del nostro sistema ortofrutticolo. |
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