Ortofrutta in crisi, scatta la mobilitazione degli agricoltori della Coldiretti
Cinque chili e mezzo di frutta pagati come una tazzina di caffè; cassette svendute a venti centesimi al chilo, ampiamente al di sotto dei costi di produzione; agricoltori che rischiano di dover abbattere le piante. E’ il quadro di una crisi, quella delle pesche e dell’ortofrutta in generale, dinanzi alla quale le imprese agricole sono scese in piazza, con una mobilitazione promossa da Coldiretti che ha visto Bologna come prima tappa. Nel capoluogo felsineo, davanti alla sede della Regione Emilia Romagna, centinaia di produttori hanno scaricato tonnellate di frutta per denunciare che nel 2011 pesche e nettarine vengono pagate all’origine la metà rispetto a dieci anni fa. Il tutto mentre i consumatori devono paradossalmente rinunciare spesso all’acquisto della frutta a causa degli alti prezzi di vendita praticati nei supermercati, “frutto” avvelenato delle distorsioni, delle inefficienze e delle eccessive intermediazioni all’interno delle filiere. Lo affermano gli stessi dati sull’andamento dei prezzi all’origine. Rispetto al giugno 2010 le quotazioni della frutta fresca sono scese del 20% mentre quelle della verdura sono arrivate al 22% in meno. Dopo Bologna la mobilitazione farà tappa in Piemonte, con un’iniziativa dal titolo “Pesche di solidarietà” in programma il 22 luglio. A determinare la crisi hanno comunque concorso numerosi fattori. A pesare è stato senza dubbio l’andamento meteorologico che ha provocato la maturazione contemporanea di produzioni diverse, ma non va dimenticata l’emergenza Escherichia Coli, il “batterio killer”, e la conseguente psicosi che hanno portato a un contenimento dei consumi. Ma sotto accusa ci sono anche l’inadeguatezza delle normative comunitarie per la prevenzione e la gestione delle crisi di mercato e la distribuzione commerciale. “Come prima azione per rilanciare i nostri prodotti – ha sottolineato il vicepresidente della Coldiretti nazionale Mauro Tonello nel corso della manifestazione a Bologna – abbiamo cercato un accordo al tavolo interprofessionale nazionale che limitasse l’immissione sul mercato di prodotto di minore qualità e di minor calibro, ottenendo però solo un netto rifiuto da parte della Grande distribuzione organizzata (Gdo) di impegnarsi a non commercializzare prodotto di importazione con caratteristiche qualitative inferiori a quelle per cui si impegnavano i produttori italiani”. Nel documento elaborato dalla Coldiretti si chiede alle Istituzioni di intervenire presso la Gdo per sottoscrivere l’accordo interprofessionale, già firmato dal resto della filiera, regolamentare l’uso del sottocosto dei prodotti ortofrutticoli, regolamentare l’uso della scontistica, ridurre i tempi di pagamento sui prodotti deperibili, fissare l’obbligo di una corretta informazione al consumatore sulla stagionalità. |
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