il Punto Coldiretti

Ortofrutta, la back list della Coldiretti fa infuriare la Turchia

Secondo quanto riportato da alcuni organi di informazione, la black-list dei prodotti più contaminati presentata da Coldiretti a Cernobbio, avrebbe generato forti polemiche in Turchia. E’ bene chiarire che i dati resi noti sono i dati del sistema di allarme rapido comunitario (Rasff) e sono dati ufficiali.

La posizione della Turchia, primo paese per numero di notifiche per prodotti non conformi (276) nel corso del 2016, è il risultato delle rilevazioni nei paesi che si avvalgono del sistema comunitario di allarme rapido (i 28 paesi UE + Norvegia, Liechtenstein e Islanda), non delle rilevazioni dell’Italia o di Coldiretti.

I prodotti più contaminati della Turchia al 4° posto (i peperoni, con 56 casi di antiparassitari oltre i limiti di legge)), al 6° (i fichi secchi, 53 casi di aflatossine oltre i limiti), al 9° (le nocciole, 37 casi di aflatossine oltre i limiti di legge) all’11° (i pistacchi, 32 casi di aflatossine oltre i limiti) e al 13° (le albicocche secche, 29 casi di solfiti oltre i limiti), sono riportate in una graduatoria guidata dal pesce spagnolo (96 casi di contaminazione da metalli pesanti), dai prodotti dietetici ed integratori provenienti dagli USA (93 casi di ingredienti non autorizzati) e dalle arachidi dalla Cina (60 casi di contaminazione da aflatossine).

Nel caso delle nocciole, il prodotto che ha generato le maggiori proteste, dobbiamo considerare che, senza l’innalzamento del limite di legge deciso dall’Ue qualche anno fa, le partite fuori legge sarebbero state molte, ma molte, di più…

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