Ortofrutta made in Italy a rischio tra maltempo e importazioni
La stagione dell’ortofrutta estiva si consuma tra le calamità naturali che stanno martoriando le zone di produzione e la concorrenza spesso sleale delle importazioni. Alluvioni e grandinate, che avevano già lasciato il segno in fase di fioritura e di allegagione, continuano a colpire l’Italia, con situazioni particolarmente pesanti in alcune zone dove, oltre alla perdita del raccolto 2009, si sono registrati danni agli impianti che comprometteranno la produzione anche dei prossimi anni. Per queste situazioni sono allo studio specifiche soluzioni. Ovviamente questa instabilità climatica determina la continua interruzione dei periodi di caldo e beltempo stabile, non consentendo il decollo dei consumi e sovrapponendo i calendari di maturazione. Parliamo invece di concorrenza sleale delle importazioni perché sempre più spesso si tratta di prodotti che vengono spacciati per italiani. In questo momento sono soprattutto le produzioni della Spagna (albicocche, ciliegie, susine, pesche e nettarine), della Grecia (angurie), della Turchia (ciliegie), dell’Olanda (pomodori e peperoni), che vengono etichettate come italiane. Ma capita anche di trovare prodotti contro-stagione come il kiwi, del Cile e della Nuova Zelanda e le pere dell’Argentina, miracolosamente vestiti di tricolore. Si è invece frequentemente notato che dove i prezzi al consumatore sembrano in ribasso, sono messi in vendita prodotti di minore qualità, di pezzatura inferiore, che danno luogo ad uno scarto maggiore. In altri casi si abusa dello strumento delle promozioni, imposte ai produttori dalla grande distribuzione, spesso intempestive, male comunicate, sempre dannose. Sembra invece pericolosamente allentarsi la rete dei controlli sui prodotti ortofrutticoli freschi, proprio nel momento in cui è massima l’esigenza di un’attività dissuasiva dei comportamenti truffaldini. E’ infatti proprio in coincidenza con le produzioni ortofrutticole estive, le più delicate e per le quali non è possibile la conservazione e lo stoccaggio, che comportamenti non corretti possono determinare i maggiori danni. Coldiretti chiede quindi alle istituzioni di non abbassare la guardia e di continuare a svolgere quel ruolo, più che mai necessario, di tutela del consumatore e degli operatori che agiscono correttamente. |
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