Ortofrutta, per il tartufo servono etichettatura e tracciabilità
Si è tenuta presso il Ministero delle Politiche Agricole una riunione di coordinamento del settore del tartufo, con lo scopo di avviare un piano di lavoro a lungo termine ed un percorso condiviso che possa garantire tutti i soggetti che operano nel settore. Nel corso dell’incontro, sono stati discussi temi fondamentali per la crescita della tartuficoltura nazionale, dalla tracciabilità del prodotto, alla fiscalità, alle modalità per la messa in commercio di prodotti a base di tartufo e la valorizzazione del settore. Coldiretti ha rimarcato la necessità che una eccellenza dell’agroalimentare italiano quale il tartufo possa contare su un sistema che garantisca la tracciabilità del prodotto ed una etichettatura adeguata che consenta di conoscere la tipologia di tartufo, il luogo di origine, le caratteristiche dei prodotti trasformati (con tartufo, con aroma naturale di tartufo, aromatizzati). Deve sottolinearsi il grande valore ambientale della coltivazione del tartufo che consente il mantenimento del reddito di molte imprese agricole situate in zone montane e svantaggiate con effetti positivi per la tutela della biodiversità e in quanto permette agli agricoltori di continuare a svolgere l’indispensabile opera di presidio del territorio in zone dove molte delle attività agricole sviluppate in pianura non sono praticabili. Al prodotto italiano sono riconosciute caratteristiche qualitative e organolettiche uniche, apprezzate nel mondo e deve pertanto questa peculiarità essere salvaguardata con il mantenimento e la valorizzazione delle specie autoctone. Il Mipaaf incontrerà ora le Regioni e le Commissioni agricoltura di Camera e Senato, per poi riconvocare il tavolo e proporre una iniziativa coordinata per lo sviluppo del settore. |