il Punto Coldiretti

Ortofrutta, perdite per trecento milioni solo nel settore delle pesche

L’aumento del 40 per cento degli acquisti di frutta nelle settimane più calde di agosto non ha  salvato le sorti di una stagione particolarmente negativa per la produzione ortofrutticola nostrana. La denuncia viene dalla Coldiretti, che stima in ben 300 milioni le perdite subite dagli agricoltori italiani per le sole pesche, alle quali si somma il bilancio in rosso anche di alte varietà di frutta e verdura di stagione come i cocomeri che sono stati pagati ai produttori a prezzi inferiori ai costi di raccolta e spesso sono rimasti addirittura nei campi. 

“Quest’estate si è allargata senza giustificazioni la forbice dei prezzi della frutta fresca tra produzione e consumo- accusa la maggiore organizzazione agricola -. Una situazione che danneggia gli agricoltori costretti a lavorare in perdita, ma anche i consumatori”. Secondo le elaborazioni Coldiretti su dati del servizio Sms consumatori del Ministero delle Politiche Agricole, all’inizio di agosto le pesche gialle sono state pagate agli agricoltori 31 centesimi al chilo, ma ai consumatori sono costate in media 1,85 euro al chilo con un ricarico del 496 per cento (sei volte) mentre per le nettarine (pesche noci) sono stati riconosciuti in media 34 centesimi ma il prezzo finale è salito a 1,95 con un ricarico del 474 per cento (quasi sei volte).

L’Italia è il primo produttore mondiale con un raccolto stimato nel 2011 pari a 1,6 milioni di tonnellate, divise quasi a metà tra pesche e nettarine (pesche noci), ma questo primato è ora messo a rischio dal crollo dei compensi riconosciuti a produttori che sono scesi ben al di sotto dei costi di produzione e quasi dimezzati rispetto a dieci anni fa.

Le motivazioni della crisi attuale sono congiunturali come l’andamento meteorologico e l’emergenza dell’”Escherichia Coli” che hanno causato il contenimento dei consumi, ma sotto accusa ci sono soprattutto l’inadeguatezza delle normative comunitarie per la prevenzione e la gestione delle crisi di mercato e la distribuzione commerciale che non è riuscita fino ad ora ad arrivare ad offrire prodotti di qualità al giusto grado di maturazione e ad un prezzo equo per produttori e consumatori.

“Ci vuole – conclude la Coldiretti – una assunzione di responsabilità dell’intera filiera che segua il prodotto da quando esce dall’azienda fino a quando arriva sul banco dei supermercati perché nella forbice dei prezzi dal campo alla tavola c’è sufficiente spazio per garantire reddito ai produttori e consentire acquisti al giusto prezzo per i consumatori”. 

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