il Punto Coldiretti

Ortofrutta, raggiunto l’accordo interprofessionale kiwi 2016

E’ stato raggiunto l’accordo interprofessionale del kiwi 2016, approvato dal Consiglio dell’Organismo Interprofessionale Ortofrutta Italia. Nell’accordo sono stati definiti i parametri minimi per la raccolta e per l’immissione in commercio in Italia, senza la fissazione di date. Previsti, invece, parametri qualitativi e date per le spedizioni all’estero.

Il grado di maturazione minimo per la raccolta passa da 6,2°Brix (norma di commercializzazione Ue) a 6,5°Brix, come lo scorso anno. Il grado di maturazione minimo per la fase di commercializzazione in Italia al consumatore finale passa da 9,5°Brix a 10°Brix (con durezza da 2-3,5kg/cm2). Per le spedizioni oltremare e Russia (se sarà possibile), sono previsti 6,5°Brix (con una durezza 3-6kg/cm2) e spedizioni a partire dal 29 ottobre, mentre per le spedizioni in Europa (Ue ed extra Ue), 10°Brix (durezza 2-3,5kg/cm2) e spedizioni a partire dall’8 novembre.

Per le cultivar precoci diverse da Hayward è previsto che possano essere commercializzate senza limiti da data, purché siano rispettati i parametri qualitativi previsti per Hayward e sia riportata chiaramente l’indicazione della varietà sui documenti di accompagnamento e sulle confezioni del prodotto finito e previa segnalazione al Mipaaf prima dell’effettuazione della spedizione per i controlli del caso.

E’ stato inoltre richiesto agli organi di controllo che vengano effettuate verifiche presso le imprese che dispongono di kiwi di provenienza greca e spagnola affinché sulle confezioni sia evidenziata chiaramente la provenienza e l’origine del prodotto. Il testo sarà inviato dall’organismo interprofessionale al Ministero per le verifiche del caso e per la sua pubblicazione, con la richiesta di estensione delle regole “erga omnes” (Coldiretti ha votato contro).

L’obiettivo dell’accordo è quello di migliorare la qualità del kiwi italiano e il suo posizionamento di mercato. Coldiretti lo condivide, ma ritiene che l’applicazione delle regole “erga omnes” sia uno strumento ancora tutto da chiarire nella portata, nelle modalità di applicazione e nelle relative conseguenze sulle imprese. E quindi da non utilizzare.

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