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Piante officinali, servono nuove regole

Secondo i dati riportati nel Piano di settore delle piante officinali, sarebbero 2.938 le aziende con una superficie investita a “piante aromatiche, medicinali e da condimento” per un totale complessivo di 7.191 ettari. Recenti indagini confermano una continua crescita del settore dei prodotti che contengono estratti vegetali.

I fattori che spiegano tale incremento sono riconducibili al desiderio da parte del consumatore di utilizzare prodotti di origine naturale per il benessere del proprio corpo. La risposta dal lato dell’offerta è stata l’ampliamento della gamma delle tipologie di alimenti, farmaci, cosmetici e dispositivi medici a base vegetale.

Per comprendere a fondo l’importanza dei prodotti di trasformazione delle piante officinali nel panorama economico italiano, è bene ricordare che il circa il 50 per cento degli integratori alimentari attualmente in commercio in Italia sono a base vegetale. Resta da verificare se ci possano essere le condizioni economiche per costruire delle filiere italiane, riducendo la nostra dipendenza dalle importazioni, il 70 per cento in volume, consapevoli del fatto che, per ragioni climatiche e/o agronomiche, sono numerose le piante non coltivabili in Italia.

La valutazione di questo documento è l’occasione per fare il punto della situazione e analizzare, anche dal punto di vista normativo, gli intoppi che rendono spesso difficoltoso per gli imprenditori agricoli muoversi in questo ambito. Il Piano di settore della filiera delle piante officinali, così come approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, prevede una Delega al Governo per l’emanazione di norme generali per il riordino e la disciplina della filiera delle piante officinali, ovvero la revisione della vecchissima legge n°99 del 6 gennaio 1931 “Disciplina della coltivazione, raccolta e commercio delle piante officinali”, legge che pone dei limiti all’attività di produzione e di prima lavorazione di piante officinali, se non in presenza della figura dell’erborista.

Le nuove regole dovranno essere coerenti con quanto il legislatore ha voluto delineare con la legge di Orientamento, semplificando la coltivazione e la prima trasformazione, nell’ottica della multifunzionalità.

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