Pomodoro da industria, la Cina trasforma ma non consuma
I dati relativi alla produzione mondiale di pomodoro da industria – recentemente presentati da Costantino Vaia (direttore del Consorzio interregionale ortofrutticoli) ad un convegno organizzato da Coldiretti Piacenza – mostrano come sia cresciuta dal punto di vista produttivo l’area asiatica, rimanendo però ancora lontana dai consumi medi delle altre aree di produzione. In Asia vive il 56% della popolazione mondiale e viene prodotto il 15% del totale dei trasformati di pomodoro. In quella stessa area i consumi dei derivati ottenuti dalle bacche rosse sono attestati solo al 3% per totale mondiale; un dato molto basso rispetto a quanto consumato in Nord America (il 34%) e in Europa (il 29%), considerando che in queste due aree si trova solo, rispettivamente, il 6% e il 17% della popolazione mondiale. In questi territori è concentrata, oltre alla maggior parte dei consumi mondiali, anche la parte preponderante della produzione: il 35% nel Nord America e il 30% in Europa. Non si può quindi non riflettere sulle enorme potenzialità di consumo del mercato cinese e sul fatto che l’equilibrio di mercato dei derivati del pomodoro passa anche attraverso un auspicabile aumento dei consumi asiatici. Non si può poi non rimarcare il paradosso che almeno 50.000 ettari di superficie siano destinati ad un prodotto da esportare, salvo poi andare a “cercare” terreni coltivabili (si parla di land grabbing, ovvero di accaparramento della terra) in altri continenti, avendo paura di non riuscire a produrre abbastanza per i fabbisogni della propria popolazione. |
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