Pomodoro, produzione a quota 5 milioni ma dal 2011 si cambia
I dati delle consegne al 20 ottobre sono ormai pressoché definitivi e indicano un quantitativo di pomodori consegnati all’industria pari a poco più di 5 milioni di tonnellate (5.070.174 tonnellate), a fronte di un quantitativo contrattato pari a 6,4 milioni di tonnellate. Nella passata campagna il quantitativo consegnato fu pari a 5,74 milioni di tonnellate, il quantitativo contrattato era di 6,7 milioni di tonnellate. L’obiettivo trasformazione che era stato indicato dall’interprofessione ad inizio campagna 2010 era oscillante tra i 4,6-4,8 milioni di tonnellate. Nonostante tutti i problemi registrati in corso di campagna, si è comunque superato abbondantemente quello che si era ritenuto essere un obiettivo ragionevole di pomodoro da destinare alla trasformazione. Sono in fase di rielaborazione i dati e la verifica delle situazioni di mancato raggiungimento della resa minima prevista. Quattro regioni – Basilicata, Calabria, Molise e Puglia – hanno presentato denuncia di avversità climatiche che hanno ostacolato e/o impedito raccolta e conferimento. I casi particolari dovranno essere vagliati in ragione della verifica di circostanze eccezionali. Il mancato raggiungimento delle rese minime previste, se non giustificato, comporta la perdita della parte accoppiata dell’aiuto. Intanto si avvicina la campagna 2011. Con il regime completamente disaccoppiato e l’aiuto slegato dall’obbligo di coltivare pomodoro, vengono a decadere i regolamenti che hanno disciplinato il settore fino ad oggi, sia dal punto di vista dei requisiti qualitativi dei derivati di pomodoro che erano prodotti in regime di aiuto, sia per quanto riguarda gli adempimenti previsti per l’accesso al regime stesso. Con riferimento al primo punto c’è la volontà del Mipaaf di presentare un disegno di legge che vada a coprire il vuoto normativo che si verrebbe altrimenti a determinare. Questo disegno di legge andrebbe a definire i parametri qualitativi e tecnologici dei diversi derivati, senza entrare nel merito dell’origine della materia prima utilizzata. La definizione dell’etichettatura di origine sarebbe rimandata al disegno di legge in discussione in sede parlamentare. Per quanto riguarda gli adempimenti, non sono più da rispettare né la data del 31/3 entro cui pubblicare l’elenco dei trasformatori accreditati al regime di trasformazione, né le date del 28/2 per la stipula dei contatti e del 31/3 per l’invio degli stessi e degli impegni di conferimento, ad Agea. Decade inoltre l’obbligo di stipula dei contratti attraverso le OP, quindi le imprese potranno scegliere se andare ad una contrattazione individuale o se ritengono di essere più tutelate con una contrattazione collettiva. Nel Nord Italia si stanno definendo una serie di regole da applicare come distretto mentre al Centro-Sud al momento non risultano iniziative. |
Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.