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Pomodoro: raccolto in bilico tra premi e penalità, torna a crescere import da Cina

Sono stati resi noti i primi dati relativi alla campagna in corso del pomodoro da industria, diffusi dai due distretti produttivi del nord e del centro-sud. La contrattazione si è conclusa con condizioni differenti nelle due aree produttive, con un elemento però in comune rappresentato dalla possibilità che vengano applicati premi o penalità nel caso che gli obiettivi produttivi siano rispettati o superati. 

Dai dati dei contratti siglati tra parte agricola ed industriale comunicati, sembra che le proiezioni produttive si  vengano a posizionare attorno ai quantitativi prefissati.  Ma basta talmente poco per passare da una situazione di applicazione delle penalità ad una situazione di erogazione dei premi che non pare il caso di dare un peso eccessivo a questi numeri, perché il rischio di essere smentiti è forte.  Come sempre saranno l’andamento climatico e la situazione fitosanitaria a dire l’ultima parola. 

I primi riscontri effettivamente indicativi si avranno con il dato complessivo delle superfici trapiantate e, successivamente, con le consegne realizzate che verranno registrate a fine campagna. I dati dei quantitativi effettivamente consegnati risulteranno particolarmente importanti, perché è in base a questi valori che, in caso di superamento degli obiettivi, verranno decise e applicate le penalità o, viceversa, i premi sul prezzo. 

Intanto, con un fatturato dell’export pari a 1,5 miliardi di euro, la filiera del pomodoro da industria si conferma, anche nel 2014, un punto di forza dell’agroalimentare italiano, con l’invio all’estero del 60 per cento della produzione complessiva. Da notare, come riportato nelle tabelle, che dopo due anni di calo delle importazioni di concentrato dalla Cina, con la crescita degli acquisti in Spagna e negli Usa, nei primi due mesi del 2015 sono tornate a crescere le importazioni dall’estremo oriente, a danno della Spagna, mentre mantengono sostanzialmente la posizione gli Stati Uniti.

Sarà importante verificare se l’orientamento produttivo nazionale verso derivati a maggiore valore aggiunto, con una riduzione della produzione di concentrato, porterà ad una nuova crescita delle importazioni di questo semilavorato.

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