il Punto Coldiretti

Promozione dei vini sui paesi terzi, firmato il nuovo decreto

E’ stato firmato il decreto relativo alle disposizioni attuative della misura di promozione dei vini sui mercati dei paesi terzi. L’attivazione del programma, per il quale sono previsti 102 milioni di euro di cui il 70% gestito dalle regioni e il restante 30% a livello nazionale, è condizionata alla emanazione del bando annuale (invito alla presentazione dei progetti) nel quale saranno definite le modalità operative e procedurali. L’entità del sostegno è pari al massimo al 50% delle spese sostenute; il sostegno comunitario può essere integrato con fondi nazionali o regionali ma non può eccedere l’80% complessivo.
 
Vediamo quali sono le principali novità. La prima è la la riduzione dell’importo minimo di progetto che, su forte sollecitazione di Coldiretti, è stato ridotto (da 100.000 euro a 50.000) e con la possibilità ulteriore in capo alle regioni che adottano propri bandi di poter modificare l’importo. Eliminati dal decreto i requisiti di ammissibilità che in passato non hanno agevolato l’accesso alla misura e il rinvio al bando annuale, mentre sono stati individuati i criteri di priorità (10) che non potranno essere modificati dai bandi regionali ma solamente vedere una diversa attribuzione di punteggio rispetto a quanto deciso nel bando nazionale.

Prevista anche la reintroduzione in capo alle Regioni della possibilità di attivare o meno i progetti multiregionali il cui bando sarà però emanato dal Ministero (per questi progetti il Mipaaf riserverà 4 milioni di euro sui 30 disponibili). Introdotto anche il concetto di “nuovo mercato del paese terzo” al fine di consentire il proseguimento di iniziative di promozione in Paesi terzi di grossa estensione (Usa/Canada/Cina). Inseriti infine una penalità (non ammissione per 2 annualità alla misura) in caso di rendicontazione ammissibili inferiore all’85% del costo complessivo del progetto e un tetto massimo a 3 milioni di euro di contributo per singola annualità per i progetti nazionali con facoltà delle regioni di fissare importi specifici nei rispettivi bandi regionali.
 
La riduzione dell’importo minimo di progetto è stata una delle principali barriere all’ingresso per le aziende di minor dimensioni nella passata programmazione. Il cambio di rotta fa ben sperare.  Una nuova opportunità potrà essere colta dai produttori contribuendo a spendere interamente per la promozione le risorse gestite dalle regioni. In passato infatti in alcune realtà vista la mancanza di richieste, parte dei fondi sono stati riversati su altre misure riducendo la portata della leva promozionale.
 
Purtroppo il decreto  non ha previsto  l’inserimento chiaro di un vincolo di destinazione dei fondi esclusivamente a favore del vino italiano (fortemente richiesto da Coldiretti). È il caso dei spumanti senza Do e Ig, che sono ammessi al finanziamento, ma vi è il rischio che i vini utilizzati per la spumantizzazione non siano ottenuti da uve raccolte in Italia.  In tal senso nella definizione dei bandi  nazionale e regionali è fondamentale orientare in modo opportuno i criteri di priorità, favorendo in assoluto i prodotti a Do/IG e le aziende che producono e commercializzano esclusivamente vini di propria produzione.
 

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