Psr: bene lo sviluppo integrato, ma si fa poca selezione
Nell’applicazione dei Piani di sviluppo rurale Veneto, Marche e Calabria hanno dimostrato una particolare capacità nell’adottare un approccio orientato allo sviluppo locale integrato e di creare partenariati economici e sociali. Carenti invece per la capacità delle politiche regionali di essere selettive (rispetto ad obiettivi perseguiti, strumenti da utilizzare e soggetti da finanziare), anche a causa del mancato ricorso allo strumento del business plan. Scarsa pure la valorizzazione dell’imprenditore agricolo e del suo ruolo multifunzionale per lo sviluppo territoriale. Questi i risultati emersi dal recente studio di Sotte e Ripanti pubblicato dal “Gruppo 2013 – Politiche europee, sviluppo territoriale, mercati”. I risultati sono riportati nella tabella allegata; a ciascuna regione viene assegnato in particolare un voto, che va da una a cinque stelle, in riferimento alle diverse domande chiave adottate per la valutazione. La ricerca effettua prima un excursus sull’allocazione strategica delle risorse finanziarie per lo sviluppo rurale da parte delle diverse Regioni italiane, per poi concentrarsi su tre casi studio – Veneto, Marche e Calabria – con un’analisi anche qualitativa dei contenuti dei loro Psr. L’indicazione più rilevante offerta dallo studio riguarda i criteri di analisi utilizzati: la valutazione e il confronto fra i tre piani regionali è infatti basata sulla base di alcune “domande chiave” che affrontano essenzialmente “i temi chiave” della nuova programmazione 2007-2013. E fra questi: l’integrazione e la sinergia fra i diversi interventi realizzati e con le altre politiche per lo sviluppo locale; l’orientamento verso l’obiettivo della competitività, con l’assegnazione di priorità all’impresa ed alla crescita imprenditoriale; la centralità dell’impresa agricola multifunzionale; l’utilizzo del piano di impresa come strumento per la progettazione degli investimenti aziendali; la selettività degli interventi per lo sviluppo rurale; l’adozione del metodo della concertazione progettuale. I Psr si trovano ormai nella fase di attuazione, ma per un giudizio definitivo sull’efficacia e sugli impatti delle strategie regionali per lo sviluppo rurale occorrerà aspettare l’effettiva realizzazione degli interventi finanziati e le successive fasi di monitoraggio e valutazione. Nella fase attuale è possibile fare osservazioni più risolutive solo sulla “bontà”, intesa come potenziale efficacia, delle scelte dei policy makers regionali; e si tratta di osservazioni utili anche per mantenere l’attenzione su come i bandi traducono l’impianto strategico dei Psr in modalità operative e criteri di selezione degli interventi più o meno adeguati.
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