il Punto Coldiretti

Etichettatura alimenti, l’Italia blocca il nutriscore

L’Italia ha bloccato il documento di conclusioni del Consiglio Agricoltura Ue che avrebbe accelerato l’adozione di un sistema di etichettatura a colori sul modello del Nutriscore francese che danneggia le produzioni Made in Italy e non informa correttamente i consumatori. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per la presa di posizione del Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova che si è opposta insieme ai colleghi della Repubblica Ceca e Grecia, con il sostegno di altri Paesi. Il documento presentato ai Ministri avrebbe costituito un approccio poco ambizioso anche per quanto riguarda l’obbligo di indicazione di origine obbligatoria, limitandosi a citare solamente il latte e le carni mentre l’obiettivo della trasparenza sulla provenienza degli alimenti deve riguardare tutti i prodotti.

“E’ un passo importante per fermare l’attacco al prodotti alimentari nazionali con il rischio del via libera nell’Unione Europea all’etichetta nutrizionale a colori che boccia ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp) che la stessa Ue dovrebbe invece tutelare e valorizzare soprattutto nel tempo del Covid” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

L’etichettatura nutriscore francese come quello a semaforo adottato in Gran Bretagna influenzano il consumatore, con un bel verde, a scegliere prodotti con ingredienti di sintesi e a basso costo spacciandoli per più salutari. Un sistema fuorviante, discriminatorio ed incompleto e finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate.

Un sistema che rischia di espandersi a livello globale dove in gioco ci sono 44,6 miliardi di esportazioni agroalimentari tricolori nel mondo tra i quali si conta una rilevante presenza di prodotti, dai formaggi all’olio fino ai salumi ingiustamente penalizzati dal nuovo sistema. La manovra degli altri Paesi punta a fermare la crescita del Made in Italy agroalimentare che nel tempo del Covid, insieme alle medicine, è l’unico settore a crescere all’estero (+1%) nei primi dieci mesi del 2020 e può essere l’elemento di traino per l’intero tessuto economico del Paese.

In un momento difficile per l’economia – continua Prandini – dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza contrastando le indicazioni fuorvianti ed estendendo l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy. L’Italia grazie ai primati nella qualità e nella sicurezza alimentare conquistati a livello europeo – conclude Prandini – ha la responsabilità di svolgere un ruolo di leadership in Europa.

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