il Punto Coldiretti

Stop al segreto di Stato sulle importazioni, l’impegno di Di Maio

Si è aperta con un importante impegno sul fronte della trasparenza dell’agroalimentare italiano, la tre giorni del Villaggio Coldiretti a Milano. Il vice premier e ministro dello Sviluppo economico d del Lavoro, Luigi di Maio, ha annunciato per il 18 luglio prossimo un tavolo con il ministro della Salute Giulia Grillo, in cui sarà risolta una volta per tutte l’annosa la questione della secretazione dei dati dei flussi delle importazioni destinate alle trasformazione. Il ministro ha detto che saranno verificate e rimosse le motivazioni che hanno bloccato l’attuazione della piena trasparenza.

Il 6 marzo infatti una sentenza del Consiglio di Stato aveva accolto la richiesta della Coldiretti di conoscere i dati delle importazioni di latte destinato alla produzione di yogurt, formaggi ecc. Nonostante il parere favorevole a cancellare il segreto di Stato su produzioni sensibili per il made in Italy, la sentenza è rimasta inapplicata perché bloccata dalla burocrazia. I riflettori ora sono puntati sul 18 luglio. Di Maio da parte sua ha espresso piena convinzione che sia importante che il consumatore sappia quello che porta in tavola.

Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha espresso soddisfazione per l’annuncio del ministro e ha ricordato il danno per le aziende agricole dalla mancanza di trasparenza. L’accesso negato ai dati favorisce le importazioni che poi finiscono in prodotti che acquisiscono la nazionalità italiana. Aggravando una situazione che vede già oggi il 33% di materie prime straniere in prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio made in Italy. La Coldiretti chiede che una volta caduto il segreto questo dal latte si estenda poi a tutti i prodotti, dai succhi di frutta ai salumi.

Di Maio ha anche affrontato l’altro tema, grande battaglia della Coldiretti, l’etichettatura con l’indicazione dell’origine su tutti prodotti. Il Ministro ha detto che si sta lavorando ai decreti attuativi. E non solo: per il ministro anche per il Made in si deve puntare alla tracciabilità totale dei prodotti. Ha ricordato come la Ue abbia contrastato le iniziative italiane invocando la tutela del libero mercato, ma – ha sottolineato il vice premier- i nostri prodotti fanno concorrenza perché sono i migliori in assoluto. Con il commissario alla Concorrenza che dovrebbe essere assegnato al nostro Paese non ci saranno più rischi di infrazione per misure che consentano ai consumatori di sapere cosa acquistano.

In questo contesto può aiutare anche l’utilizzo di nuove tecnologie, a partire dalla blockchain su cui il Governo ha investito 40 milioni e che possono dare certezze alla tracciabilità.
Di Maio ha riaffermato anche il no all’accordo Ceta e ha sostenuto che l’obiettivo è di lavorare in sinergia con l’Ice e con gli altri istituti per sostenere il made in Italy agroalimentare e consentire alle nostre imprese di andarsi a riprendere quelle fette di falso italiano nel mondo che valgono 100 miliardi. Prandini da parte sua ha sottolineato che la Coldiretti non è contraria all’internazionalizzazione, ma in condizioni che non penalizzino le imprese italiane che applicano rigide regole produttive e con un costo del lavoro più elevato rispetto anche ai partner comunitari.

E infine Di Maio ha riservato un cenno alla Russia dopo l’incontro avuto con Putin. Lo scambio nel settore agroalimentare si è dimezzato per l’embargo, ma a pagare il conto di una questione politica – ha detto – non può essere l’agricoltura.

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