il Punto Coldiretti

Quote latte, rischio nuove multe in arrivo ma c’è la rateizzazione

Nell’ultimo anno di attuazione del regime delle quote latte appena terminato c’è il rischio concreto dell’arrivo di nuove multe, stimate attorno ai 40 milioni di euro per il superamento da parte dell’Italia del proprio livello quantitativo di produzione assegnato dall’Unione Europea, dopo quattro anni in cui nessuna sanzione è stata dovuta dagli allevatori italiani. Il superamento delle quote assegnate nella campagna 2014/2015 è dimostrato dal trend di aumento del 3 per cento rispetto allo scorso anno registrato dall’Agea tra aprile 2014 e gennaio 2015. Quello che si preannuncia è quindi il primo sforamento dopo l’introduzione della legge 33 del 2009 la quale prevede la possibilità di compensazione solo agli allevamenti di montagna e delle zone svantaggiate, a quegli che non hanno superato il livello produttivo 2007-2008 e ultimi, in ordine prioritario, a quegli allevamenti che producono entro e non oltre il 6 per cento della quota loro assegnata.

“Dopo la mobilitazione degli allevatori della Coldiretti è arrivato il regolamento comunitario per permettere di rateizzare le multe di quest’anno a carico dei loro allevatori per un massimo di tre anni e senza interessi pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea serie l numero 82 del 27 marzo 2015 ma occorre individuare soluzioni a livello nazionale di carattere strutturale” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “serve recuperare i ritardi accumulati e introdurre l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte a lunga conservazione e di quello impiegato nei formaggi e latticini”.

La questione quote latte – ricorda Coldiretti – è iniziata 30 anni fa nel 1984 con l’assegnazione ad ogni Stato membro dell’Unione di una quota nazionale che poi doveva essere divisa tra i propri produttori. All’Italia – conclude la Coldiretti – fu assegnata una quota molto inferiore al consumo interno di latte. Negli anni l’Italia è riuscita ad ottenere dall’Ue aumenti della propria quota di produzione ma nel periodo tra il 1995 e il 2009 si sono accumulate le multe. Il 1992, con la legge 468, poi il 2003, con la legge 119, e infine il 2009, con la legge 33, sono state le tappe principali del difficile iter legislativo per l’applicazione delle quote latte che ha consentito alla stragrande maggioranza dei 36mila allevatori di mettersi in regola acquistando o affittato quote per un valore complessivo di 2,42 miliardi di euro mentre solo una sparuta minoranza è responsabile delle pesanti pendenze con l’Unione Europea.

Un comportamento che fa concorrenza sleale alla stragrande maggioranza degli allevatori italiani e mette a rischio le casse dello Stato con un costo per ogni cittadini stimato in 75 euro dal Ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina che ha annunciato che per il mancato pagamento delle multe sulle quote latte da parte di questi irriducibili "Agea ed Equitalia hanno gia’ predisposto 1405 cartelle esattoriali con interessi aggiornati al 31 dicembre 2014 che sono attualmente in fase di notifica agli interessati”, dopo che la Commissione europea lo scorso 25 febbraio ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea per "non aver assolto adeguatamente al proprio compito di gestione del recupero dei prelievi per la sovrapproduzione di latte" nell’ambito del sistema delle quote per la produzione. La Commissione stima che, dell’importo complessivo di 2,3 miliardi di euro, circa 1,7 miliardi di euro non siano ancora stati recuperati.

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