il Punto Coldiretti

Scatta dal 1° giugno lo sciopero del prosciutto, adesioni al 70%

Dal primo giugno verra’ sospesa ufficialmente la consegna dei certificati dei suini necessari alla produzione dei salumi dop, con il cosiddetto ”sciopero del prosciutto”.

Questa la decisione presa dal Comitato di coordinamento della protesta degli allevatori dei suini dop (di cui fa parte Coldiretti) dopo il confronto che si e’ tenuto a Reggio Emilia con rappresentanti dell’industria delle carni (Assica) e dei Consorzi di Parma e San Daniele.

Hanno aderito alla protesta allevatori che rappresentano il 70% della produzione di maiali, per denunciare un situazione in cui quattro prosciutti su cinque commercializzati in Italia vengono importati, mentre il prezzo pagato alle imprese agricole è inferiore ai costi di produzione. Costi che, tra l’altro, proprio negli ultimi mesi hanno subito forti aumenti per l’energia e i mangimi.

Come rilevato da Coldiretti, i maiali vengono oggi pagati alla produzione 1,08 euro al chilogrammo, mentre il prezzo medio del prosciutto pagato dal consumatore è di 24,55 euro al chilogrammo.

Una forbice insostenibile dinanzi alla quale gli allevatori hanno dunque deciso questa forma di protesta, che prevede la mancata consegna delle certificazioni di qualità che accompagnano i maiali e che consentono la commercializzazione della salumeria a marchio d’origine. In questo modo rischiano ora di mancare a lungo dalle tavole e dai banchi dei supermercati e negozi alcune delle Dop storiche di questo tipo di prodotti.

Le soluzioni indicate per risolvere il problema passano dalla programmazione nella produzione dei prosciutti destinati alla filiera del Parma e San Daniele e dalla differenziazione del prezzo tra il maiale nazionale destinato alle denominazioni di origine e quello da macelleria fresca.

Ma serve soprattutto una norma che renda obbligatoria l’indicazione della zona di provenienza della carne maiale e dei prodotti da macelleria, considerato che sono 40 milioni i prosciutti arrivati in Italia in un anno dall’estero che rischiano di venire spacciati come Made in Italy.

Dello sciopero dei prosciutti si sta ora interessando anche il neoministro alle Politiche Agricole, Luca Zaia. Il prossimo 28 maggio il tavolo di filiera si riunirà presso il ministero per analizzare la situazione.

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