il Punto Coldiretti

Scattato il Ramadan, salute a rischio per i lavoratori agricoli musulmani

Con l’inizio del Ramadan, il mese sacro per l’Islam che si concluderà il 18 agosto, occorre adottare tutte le cautele necessarie per prevenire rischi per la salute dei lavoratori agricoli di fede islamica. E’ l’appello lanciato dalla Coldiretti dopo che è scattata per i musulmani l’astinenza dal consumo di acqua e cibo fino al tramonto.

Una prescrizione che può risultare pericolosa per chi lavora nei campi, soprattutto in vista del  ritorno delle alte temperature dopo la pausa portata dalla perturbazione denominata Circe. In agricoltura sono impegnati oltre 230mila lavoratori extracomunitari molti dei quali di religione islamica e per evitare rischi si sta cercando di portare avanti un’opera di sensibilizzazione nelle campagne.  

Nel Mantovano, ad esempio, la Coldiretti sta distribuendo una pubblicazione redatta dall’Asl in diverse lingue che informa i lavoratori stranieri sui pericoli della disidratazione e dello stress da caldo. E’ importante peraltro evidenziare quanto riferito alla Coldiretti dall’Imam Izzedin Elzir, Presidente dell’Unione delle comunità islamiche italiane (Ucoii) secondo cui i fedeli islamici che svolgono lavori pesanti sotto il sole o in ambienti caldo torridi, che si trovano in difficoltà o che hanno problemi di salute possono bere acqua e interrompere il digiuno previsto dall’alba al tramonto.

“La cosa primaria è la salute della persona. E’ Dio stesso che dà la possibilità di bere e di interrompere il digiuno se si è in difficoltà o si sta male. Dio non vuole vedere il proprio fedele soffrire. Il Ramadan – ha precisato Presidente dell’Unione delle comunità islamiche italiane (Ucoii) – è un periodo in cui il musulmano è chiamato a un esame di coscienza sui propri comportamenti, è una scuola di solidarietà verso il prossimo e di autodisciplina e di autocontrollo verso se stessi. E’ importante lo scopo profondo per il quale si digiuna dall’alba al tramonto”.

"Si tratta di un parere autorevole e di buonsenso che, nel rispetto delle prescrizioni religiose, illustra in modo chiaro l’atteggiamento che i fedeli musulmani possono adottare per le situazioni particolari – commenta la Coldiretti – infatti se si fanno lavori pesanti sotto il sole, o con l’afa, bere acqua è una necessità inderogabile per il corpo umano".

Altre eccezioni – secondo gli studiosi dell’Islam – riguardano i malati, le donne in gravidanza, le persone molto anziane che potrebbero pregiudicare il loro stato di salute e anche chi lavora come pilota di aereo o autista di bus per i quali un malore potrebbe mettere a rischio la vita di altre persone.

Il contributo dei lavoratori immigrati all’agricoltura italiana è diventato nel tempo determinante ed oggi secondo il censimento circa un lavoratore dipendente su quattro è uno straniero impegnato nella campagna di raccolta della frutta e della verdura, ma anche nella vendemmia o nell’allevamento degli animali.

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