il Punto Coldiretti

Semine 2008, aumentano le superfici a cereali

L’adozione della nuova Politica agricola comunitaria ha portato un ripensamento nelle strategie progettuali e di risorse nella gestione delle imprese agricole: si è assistito ad un vero e proprio rinnovamento del sistema, con la conseguente modernizzazione delle aziende che operano nel settore primario. Negli ultimi anni, i prezzi poco favorevoli dei cereali non hanno favorito le semine che, in seguito agli aumenti dei costi delle sementi, dei concimi, dei fertilizzanti e del gasolio rendevano poco conveniente coltivare cereali. 

Ma, dopo un periodo di stagnazione e di assestamento dei mercati e a situazioni contingenti a livello internazionale (tra cui la siccità in Australia, la forte importazione dei cereali da parte dei Paesi come India e Cina), assistiamo ad una sorta di fermento per i nostri mercati europei e soprattutto all’interno del mercato italiano. Questa evoluzione dà ragione a Coldiretti, secondo cui la causa della contrazione di superfici non è dovuta al disaccoppiamento introdotto dalla nuova Pac,  ma al fatto che la produzione dei cereali poco economica ha costretto il produttore a investire in produzioni più remunerative. È da considerare, inoltre, come anche l’abolizione dell’obbligo del set aside per la campagna di semina  2007/2008 abbia liberato in Italia una superficie che si attesta in 354.000 ettari e che ha contribuito in parte all’incremento dell’investimento in cereali. 

Grano duro. Coldiretti conferma il dato che prevede un aumento del 18% che in termini di superfici significa una maggiore investimento di 206.000 ettari, così a sfiorare  1,7 milioni di ettari. E’ da evidenziare che l’aumento ha interessato gli areali sia dell’Italia settentrionale (con incrementi in Veneto, Piemonte Lombardia, Emilia Romagna), che le regioni dell’Italia meridionale (in Puglia e Sicilia) tradizionalmente  vocate  alla coltivazione del grano duro.

Grano tenero. Anche le superfici a grano tenero sono previste in aumento stimato al 14%, dato che porta a superare la soglia dei 750 mila ettari, la  crescita degli investimenti sono stati  riscontrati nelle regioni  del nord Italia in prevalenza nella regione emiliana.

Altri cereali. Per quanto riguarda  le coltivazioni a orzo e a mais, ci sentiamo di confermare le superfici investite l’anno precedente e precisamente per l’orzo 337.000 ettari, per il mais 1.081.000 ettari. Si prevede invece una contrazione delle superfici di soia e girasole.

Anche sul versante europeo si registra un incremento delle superfici coltivate a cereali  nel corso della corrente campagna di commercializzazione con un incremento complessivo di circa il 5,2% rispetto all’anno precedente. A rilento le piante proteiche che registrano una contrazione delle superfici.  A  tal proposito, a livello europeo si  è aperto un dibattito che intende portare l’attenzione sull’importanza di tali colture, visto che l’Ue importa il 70% del suo fabbisogno per l’approvvigionamento dei settori dell’alimentazione e delle produzioni animali.

Il nuovo quadro produttivo può considerarsi soddisfacente per il produttore. L’azienda agricola, dopo molti anni di stasi, ha finalmente acquistato una sua centralità. Le produzioni di eccellenza aprono una fase significativa per il nostro Made in Italy, soprattutto nel settore del grano duro determinante per le nostre produzioni, che si attestano fra le migliori a livello mondiale  per rintracciabilità e garanzia della qualità.

Registrato presso il Tribunale Civile di Roma, Sezione per la Stampa e l'Informazione al n. 367/2008 del Registro della Stampa. Direttore Responsabile: Paolo Falcioni.
2008 © Copyright Coldiretti - powered by BLUARANCIO S.p.A. | Redazione contenuti

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi