Spacciavano olio extravergine fasullo, trentanove in manette
Producevano falso extravergine usando olio di semi di soia ogm e di girasole, aggiungendo betacarotene per confonderne il sapore e clorofilla industriale per dare colore. Poi vendevano le bottiglie in Italia e all’estero usando etichette fasulle di aziende inesistenti. Con queste accuse i carabinieri dei Nas di Bari hanno tratto in arresto trentanove persone in una delle più importanti operazioni contro le sofisticazioni condotte negli ultimi tempi sul territorio nazionale. Le ordinanze di custodia cautelare hanno riguardato persone delle province Foggia, Milano, Napoli, Brindisi, Campobasso, Latina, Salerno, Bari e Varese. Per tutti le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, alla frode in commercio, alla contraffazione e alla commercializzazione di sostanze alimentari preparate in modo pericoloso per la salute pubblica. Sette gli oleifici sequestrati, assieme a venticinquemila litri di falso extravergine. L’associazione a delinquere aveva la sua base a Cerignola, in provincia di Foggia, e proprio in questi giovani stava per esportare un ingente quantitativo di olio contraffatto negli Stati Uniti e in Germania. Al gruppo un litro di falso extravergine costava meno di 80 centesimi ma veniva venduto per 4-5 euro al litro: un’attività che in sedici mesi avrebbe fruttato circa otto milioni di euro. “I sequestri di falso olio extravergine effettuati dai Nas confermano la validità della scelta fatta dall’Italia con l’introduzione dell’obbligo di indicare la provenienza delle olive in etichetta – ha commentato la Coldiretti – che occorre far rispettare con decisione per evitare che quasi Ia metà dell’olio venduto sul territorio nazionale sia spacciato come Made in Italy, anche se spremuto da olive spagnole, greche e tunisine”. L’operazione evidenzia inoltre l’importanza di estendere i controlli sull’attuazione al decreto nazionale che prevede l’obbligo di indicare la provenienza delle olive in etichetta, a partire dal 17 gennaio 2008. Secondo una indagine della Coldiretti sono inspiegabilmente ancora troppo poche le confezioni di oli vergini ed extravergini in vendita etichettate nel rispetto della nuova normativa con il rischio concreto che vengano spacciate come Made in Italy miscugli di olio spremuto da olive straniere, senza alcuna informazione per i consumatori. |
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