il Punto Coldiretti

Specificità e ricerca per rilanciare la floricoltura tricolore

Puntare sulle specificità e sulla ricerca. Passa da qui il futuro della floricoltura italiana, secondo quanto emerso dalla visita della delegazione del Gruppo “Fiori e  Piante” del Copa-Cogeca (il comitato europeo costituito dalle organizzazioni professionali agricole e cooperative dei 27 Paesi dell’Unione), che è stata ospita di Coldiretti Toscana.

Arrivati nella prima metà di giugno, i delegati provenienti dai più importanti Paesi produttori di fiori e di piante nell’Ue – tra cui  Olanda, Germania, Francia, Austria, Finlandia, Belgio, Repubblica Ceca e Italia – hanno visitato alcune aziende florovivaistiche lucchesi e pistoiesi e anche le cooperative Florexport e Floratoscana.
Per l’occasione, Coldiretti ha organizzato presso il Comicent (il mercato dei fiori di Pescia) una tavola rotonda sulle opportunità e prospettive del settore, il mercato dei fiori di Pescia, tra gli amministratori locali, i tecnici regionali e i rappresentanti della delegazione europea.

Nel corso dei lavori, il Presidente del Gruppo Consultivo “Fiori e piante” della Commissione Europea, Ennio Fazio, ha sottolineato che: «le nostre aziende sono di piccole dimensioni rispetto al resto d’Europa, e nonostante le difficoltà, sopravvivono per il loro valore aggiunto, rappresentato dal lavoro di questi piccoli imprenditori. La nostra floricoltura soffre per la mancanza di una politica di settore e di un’organizzazione all’altezza dei problemi; non c’è un’attenzione istituzionale forte per questo comparto. Di conseguenza, per competere ad armi pari col mercato mondiale, bisogna integrarci col resto dell’Europa con le nostre specificità, come sistema floricolo italiano, anche con il sostegno di una ricerca più attenta, che abbia ritorni concreti nelle attività quotidiane delle nostre aziende».

Il Presidente del Gruppo di lavoro del Copa Cogeca, Ton Blom, ha portato l’esempio della sua nazione, che come dimensioni può essere paragonata alla Toscana: «L’Olanda ha superato il proprio localismo e si è proiettata nel mercato internazionale, tenendo conto che il 95% dei fiori che arrivano in Europa provengono da Paesi terzi e in via di sviluppo, dove ci sono minori costi di manodopera e minori regole. Abbiamo puntato tutto sulla specializzazione delle nostre produzioni per riempire i buchi che si aprivano nel mercato mondiale dei fiori e abbiamo cooperato fra noi produttori per creare, ognuno con la propria specificità, un sistema capace di imporsi in queste nicchie di mercato. Si è cercato di ridurre i costi dell’energia puntando sull’eliminazione degli sprechi e su soluzioni nuove, come raccogliere in estate il calore del sole, stoccarlo e poi utilizzarlo nei mesi invernali. Per il sistema produttivo italiano, costituito da imprese più piccole delle nostre, occorre che i floricoltori locali cooperino tra di loro, facciano squadra e sistema per immettere sul mercato mondiale le loro specializzazioni».

La visita del Gruppo Copa Cogeca in Italia si è conclusa a Firenze presso la sede di Coldiretti Toscana, dove i membri – ricevuti dal presidente Tulio Marcelli – hanno tenuto la loro riunione di lavoro su vari problemi del settore a livello comunitario, tra i quali la situazione del settore nei vari Paesi, i negoziati commerciali dell’Unione Europea, la revisione della direttiva sull’applicazione dell’Iva in agricoltura, i problemi fitosanitari e l’aumento dei costi dell’energia, che sta mettendo fortemente in crisi anche i produttori europei di fiori e di piante. Su invito di Coldiretti, alla riunione del Gruppo del Copa Cogeca ha partecipato anche la dottoressa Paola Lauricella dell’Ismea, che ha illustrato la situazione del comparto a livello nazionale.

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