il Punto Coldiretti

Summit a Roma tra Coldiretti e il Commissario Ue all’Agricoltura Ciolos

Politica agricola comune, regolamentazione delle produzioni, dal latte al vino, vendita diretta dei prodotti agricoli, necessità dell’etichettatura d’origine, Expo e trattato di libero scambio Ue-Usa. Sono i temi al centro del summit tra il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, il Segretario Generale Enzo Gesmundo e i componenti della Giunta nazionale, e il Commissario europeo all’agricoltura Dacian Ciolos, organizzato nella sede di Palazzo Rospigliosi a Roma, alla vigilia delle decisioni sulle nuove nomine nelle Istituzioni comunitarie. “C’è bisogno di un gioco di squadra del Paese per portare più Italia in Europa – ha affermato il Moncalvo – e proprio nell’agroalimentare Made in Italy distintivo, sostenibile e legato al territorio si trova il modello di sviluppo migliore per far tornare a crescere l’Europa”.
 
“Al di là della collaborazione sviluppata in questi anni – ha sottolineato Ciolos – apprezzo molto la vostra attività e la vostra linea professionale che ha consentito di rappresentare i produttori non solo presso le istituzioni ma anche direttamente sul mercato, attraverso il coinvolgimento diretto delle imprese agricole e il contatto con il consumatore”.  In merito all’appuntamento dell’Expo, il Commissario ha ricordato come l’evento potrà concorrere a dare valore all’agroalimentare europeo ma, in linea generale, “occorrerà mantenere viva la discussione sull’importanza dell’agricoltura. E Coldiretti ha carte da giocare in questa direzione”.
 
“Un obiettivo condivisibile – ha affermato Moncalvo -. Coldiretti ha messo in campo un progetto economico, la filiera agricola italiana, focalizzando l’attenzione dell’opinione pubblica non solo sulla produzione ma anche sulla distintitività e sulla sostenibilità ambientale. Un approccio che ha spinto anche alcune realtà industriali a stringere un nuovo e più forte legame con l’agricoltura. La sfida della distintività richiede però un’azione di trasparenza nelle filiere e di tutela delle produzioni sia all’interno che all’estero. Serve, in altre parole, una scelta politica forte sul tema dell’etichettatura, perché i consumatori oggi vogliono sapere quel che mangiamo. Ma occorre anche uniformare le regole, evitando situazioni come quella che vede oggi la filiera suinicola italiana in forte difficoltà a causa della concorrenza sleale dei prodotti tedeschi, allevati con regole e alimentazione da noi non consentite”.

“Nel caso della carne suina stiamo subendo dalla Germania quello che è a tutti gli effetti un dumping sociale, quello stesso dumping che deploriamo quando viene da paesi del terzo e quarto mondo nel caso dei capi di abbigliamento – ha denunciato il Segretario Generale, Enzo Gesmundo -. Distorsioni che sono ‘figlie’ della mancanza dell’etichettatura d’origine e che, al pari dei fenomeni malavitosi, prosperano grazie all’assenza di trasparenza e legalità. Coldiretti crede però fortemente nell’Europa ed è per questo che continuerà a portare avanti la sua battaglia”.
 
Un tema, quello delle regole, che i vertici della Coldiretti ha invitato a sostenere anche nell’ambito dei negoziati di libero scambio tra Ue e Stati Uniti, tenendo la “barra a dritta” sulla necessità di garantire la qualità delle produzioni comunitarie, contro il rischio di un via libera agli Ogm o alle carni trattate con ormoni e antibiotici.

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