Tabacco, con il km zero salvati 50mila posti di lavoro
L’Italia è il primo esportatore di tabacco in Europa, con un forte e riconosciuto impatto occupazionale di circa 50 mila addetti concentrati nelle regioni di Toscana, Veneto, Umbria e la Campania dove nonostante la crisi il lavoro è stato messo in salvo dall’innovativa formula del chilometro zero introdotta per la prima volta nel settore. È quanto è emerso a Napoli all’incontro con mille agricoltori provenienti dalle principali regioni “tabacchicole” italiane per celebrare l’anniversario della collaborazione raggiunta fra Coldiretti e Philip Morris Italia che ha rilanciato la competitività e sostenibilità del tabacco italiano mentre a Roma scendevano in piazza per protesta i tabaccai. Un risultato importante soprattutto per quelle aree dove da una parte la disoccupazione e dall’altra il mercato illecito del tabacco, raggiungono dimensioni particolarmente rilevanti, economicamente patologiche, che possono essere arginate e combattute soltanto con la presenza fattiva di aziende agricole qualificate e trasparenti, come quelli che aderiscono alla collaborazione Coldiretti-Philip Morris Italia. Una collaborazione che ha rinnovato il modello operativo per gli acquisti di tabacco italiano e accorciato la filiera, difendendo la redditività e salvaguardando l’occupazione. Grazie all’accordo, raggiunto nell’ottica del Verbale d’Intesa siglato da Philip Morris Italia e dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, è stato possibile infatti riqualificare a tutti i livelli la collaborazione con i tabacchicoltori e con gli altri attori della filiera produttiva. “L’idea originaria era stata appunto questa, rendere il settore più sostenibile, attuando per la prima volta la formula “Km 0” nel tabacco e riportando il margine dove il valore aggiunto viene generato, ossia nei campi”, ha dichiarato, illustrando lo spirito dell’incontro di Napoli, Eugenio Sidoli, presidente e amministratore delegato di Philip Morris Italia. L’apprezzamento per la collaborazione è condiviso dal comparto agricolo: C’è una cultura da salvare e la battaglia va fatta sulla qualità, sulla distintività e l’italianità: l’accordo con Philip Morris Italia ha permesso di rendere la tabacchicoltura più sostenibile e più competitiva ma soprattutto ha offerto una prospettiva al settore in una ottica di miglioramento dell’efficienza di filiera in cui la Coldiretti è fortemente impegnata – ha affermato Sergio Marini, presidente di Coldiretti -. E’ questa la dimostrazione che sono importanti i finanziamenti, ma anche la volonta’ degli imprenditori di fare crescita vera e trovare accordi che abbiano effetti positivi per l’occupazione e sul pezzo. Sulla filiera non e’ importante la somma delle sigle, ma delle idee. La filiera del tabacco soffre la crisi, ma se la cava nonostante il taglio importante dei contributi. Questo era un settore che viveva alla giornata legato solo a quello che accadeva a Bruxelles – ha concluso – oggi è legato anche alla capacità degli imprenditori di fare accordi solidi e di lungo periodo, fondati su capacità, qualità e in grado di dare risposta al consumatore”. “Con il chilometro zero abbiamo dato certezza operativa ed economica alla filiera del tabacco – ha detto Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania e di Ont Italia – Il settore ha corso seri rischi di abbandono, chiusura delle imprese e perdita di lavoro, con chilometro zero abbiamo ridato certezze. Questo aiuta perché spesso si disperdono risorse che, invece, così vanno a chi lavora e produce. L’agricoltura e il turismo possono essere la leva dello sviluppo del Mezzogiorno per il passato si è provato con una industrializzazione spinta e abbiamo visto che ha lasciato solo cemento e disoccupazione”. |
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