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Tariffa Bioraria, ma è ancora così conveniente?

Nata come la soluzione al caro-bolletta, la tariffa bioraria non sarebbe più così conveniente come qualche mese fa. Introdotta nella seconda metà del 2010, prevede un differente schema tariffario per le ore del giorno e della notte, con l’obiettivo di spostare i consumi di elettricità di notte, quando la domanda complessiva di energia è minore. Una tariffa che ha riscosso notevole successo tra le famiglie lavoratrici, che a fronte di un consumo notturno, hanno così conseguito importanti sconti.

Il risparmio per i più fortunati è risultato pari a 5 punti percentuali rispetto ad una bolletta ordinaria. Oggi però ci si accorge che la tariffa bioraria non è più così tanto conveniente, aprendo nuovi scenari dinanzi alle tasche degli italiani.

A ben vedere, la tariffa in sé non avrebbe alcuna colpa. La motivazione di questa evoluzione negativa è semmai riconducibile in buona parte all’attuale mix energetico. Le fonti energetiche rinnovabili hanno contribuito a ridurre il costo dell’energia nelle ore diurne, che è invece aumentato nelle ore notturne, a causa dell’aumento dei costi di esercizio delle centrali termoelettriche. Esattamente in contrapposizione con l’idea di fondo con cui è stata introdotta la tariffa.

A fine 2011 la potenza installata era pari a 6.600 MW per l’eolico e a 12.500 MW per il fotovoltaico: due fonti che hanno la precedenza di immissione alla rete rispetto alle altre fonti di energia, come le centrali elettriche a gas che sono state confinate a produrre negli orari periferici, attivandosi con minore frequenza.

Di notte, tuttavia, le fonti energetiche rinnovabili vengono a mancare in buona parte e, di conseguenza, le centrali a gas subentrano in servizio in maniera repentina. Tuttavia questa impennata (rispetto alle ore diurne) genera uno sforzo della centrale che deve essere ripagato con maggiori oneri. A ciò si aggiunga la necessità di recuperare, da parte delle aziende energetiche, i margini necessari per ripagare ampiamente il combustibile, ed ecco spiegato il perché di questo nuovo contesto elettrico.

Non tutto è comunque perduto. Chi ha infatti stipulato contratti biorari sul libero mercato continuerà a pagare quanto previsto dal contratto (fino al suo termine). Chi ha invece preferito optare per la formula “flat” (prezzo tutto compreso, bloccato per un periodo predeterminato) non vedrà differenze.

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