Terremoto: metà stalle inagibili, consegnata la tensostruttura per i mangimi
Sono state dichiarate inagibili almeno la metà delle case rurali, dei fienili e delle stalle nelle campagne dove per garantire la mungitura e l’alimentazione del bestiame il lavoro non si è mai fermato e ci si prepara ad affrontare l’inverno in una situazione in cui, a differenza di quanto avviene nelle città, la stragrande maggioranza non può lasciare la propria azienda agricola per continuare ad accudire gli animali. E’ quanto emerge dal primo bilancio dei danni elaborato dalla Coldiretti nelle campagne di Amatrice che entro un mese dalle prime scosse ha consegnato il primo modulo abitativo agricolo all’azienda Cavezzi Valeria gravemente colpita dal sisma con la morte del figlio di 13 anni e la perdita di casa e stalla nella frazione di Roccapassa ed ha inaugurato nella frazione di Sommati la grande tensostruttura della Coldiretti da utilizzare come “maxicambusa” per i mangimi necessari per garantire l’alimentazione degli animali durante l’inverno nelle aree del sisma. In questo contesto – sostiene Moncavo – è importante l’impegno dell’Assessore all’agricoltura Carlo Hausmann che ha annunciato in settimana l’apertura del bando per reperire il fornitore dei primi ricoveri provvisori per bovini e ovicaprini che sono in grado di ospitare, a seconda degli animali, da 20 a 90 capi e saranno a disposizione degli allevatori in regime di comodato d’uso gratuito, dunque a costo zero per gli assegnatari. Mettere in sicurezza il popolo delle campagne è stato il nostro primo obiettivo ma occorre anche proteggere gli animali sfollati e per questo – ha concluso Moncalvo – abbiamo realizzato la grande tensostruttura della Coldiretti per la conservazione dei mangimi necessari per garantire l’alimentazione degli animali durante l’inverno nelle aree del sisma. Una sorta di maxicambusa dove far convogliare gli aiuti alimentari per gli animali e organizzare la loro distribuzione durante l’inverno alle aziende agricole per sfamare gli il bestiame allevato. Nelle aree colpite dal sisma si è avviato l’anticipo del pagamento dei fondi comunitari dovuti alle imprese agricole su iniziativa del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina che insieme allo stop alle bollette, alla moratoria dei debiti da parte degli Istituti di credito, alla sospensione delle scadenze fiscali e dei versamenti sono misure necessarie per lenire una situazione di grave difficoltà e creare i presupposti per interventi di carattere strutturale. I territori dei 17 comuni che hanno subito danni strutturali gravi si contraddistinguono tra l’altro per un’elevata densità di aziende agricole che sono oltre 7 ogni 100 abitanti, rispetto alla media nazionale di 2,7%. Tra manodopera familiare ed esterna, le campagne delle zone colpite danno lavoro a 3.300 di persone, contribuendo in modo importante all’economia di quei territori. Sotto il profilo dell’orientamento produttivo emerge che la percentuale maggiore di superfice agricola utilizzata è destinata a prati permanenti e pascoli (71,7% rispetto al 26,7% del dato nazionale) a conferma del deciso orientamento verso le attività di allevamento con 55961 animali e il prevalere quasi ovunque delle pecore anche se i bovini sono presenti a Norcia, Cascia ed Amatrice. Le aziende agricole censite nell’area del cratere sono 1894, di cui quasi il 35% (pari a 658 aziende) presenti nei territori perugini dell’Umbria, seguiti dalle Marche (582), dall’ Abruzzo con 372 e dal Lazio con 282 aziende nel reatino delle quali 181 ad Amatrice, le più danneggiate. La maggior parte delle aziende sono di tipo familiare condotte direttamente dal coltivatore (91,9%) e sono strutturate in forme giuridiche prevalentemente individuali (88,2%) L’agriturismo tocca quota del 25% ed è particolarmente presente nei comuni dell’Umbria (33%), soprattutto a Norcia (50%) e a Preci (75%) mentre nelle Marche le quote principali sono a Montefortino (45,5%), Montegallo (50%) e Montemonaco (85,7%). |
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