il Punto Coldiretti

Terreni per 9,9 miliardi nelle mani dello stato “contadino”

Terreni agricoli per un valore di 9,9 miliardi in Italia sono in mano alle amministrazioni pubbliche che hanno addirittura incrementato in valore di queste attività del 31% negli ultimi quindici anni. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base del report Istat sulla ricchezza non finanziaria che stima il valore delle principali attività non finanziarie per i settori istituzionali.

Considerando che il valore medio dei terreni agricoli in Italia è di 20mila euro all’ettaro, si può stimare che quasi mezzo milione di ettari di terreno agricolo sono di proprietà pubblica su un totale di quasi 13 milioni di ettari di superfice agricola utilizzata in Italia.

Si è appena concluso il 3 febbraio a livello nazionale l’invito a presentare le manifestazioni di interesse per l’acquisto da parte di giovani di 8mila ettari pubblici della Banca nazionale delle terre agricole avviata dall’Ismea. Una iniziativa a livello nazionale che rappresenta un importante esempio da seguire a livello territoriale considerato che la maggior parte dai terreni pubblici è di proprietà di enti locali che  dovrebbero andare nella stessa direzione.

Si tratta spesso di terre fertili anche di grandi dimensioni ma il più delle volte sottoutilizzate, in quanto prive di una conduzione imprenditoriale capace di valorizzarli adeguatamente, con idee e soluzioni che guardano al mercato. L’affidamento di questi terreni ai giovani agricoltori toglierebbe alla Pubblica amministrazione il compito improprio di coltivare la terra ma soprattutto avrebbe il vantaggio di rispondere alla domanda delle nuove generazioni, per le quali la mancanza di disponibilità di terreni da coltivare rappresenta il principale ostacolo all’ingresso nel settore.

Il prezzo medio per acquistare un ettaro di terra in Italia è di 20mila euro, un importo che è quasi il doppio di quello della Germania e circa il triplo della Francia. Il costo medio varia a secondo del territorio. Nel Nord Ovest è di 26.200 euro ad ettaro, sale a 40.500 al Nord Est, spinto soprattutto dal mercato vitivinicolo, scende a 14.800 euro al Centro Italia, fino ai 12.900 del Meridione e agli 8.500 delle Isole.

Se si considera che la dimensione media di un’impresa agricola italiana è di circa otto ettari il “prezzo d’ingresso” per un giovane agricoltore rischia di diventare proibitivo e ciò rappresenta un grave problema, anche per le difficoltà di accesso al credito, in un momento peraltro dove la “voglia di campagna” è ai massimi storici. Lo dimostra l’aumento del 9% nel terzo trimestre 2017 delle imprese agricole italiane condotte da under 35, salite a 53.475, cifra che regala all’Italia il primato in Europa per numero di aziende giovani.

Si tratta di realtà che stanno puntando su quelle caratteristiche di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina e che hanno permesso all’export agroalimentare italiano di toccare la storica soglia di 41 miliardi di euro nell’ultimo anno.

La presenza degli under 35 ha di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna dove il 70 per cento delle imprese giovani opera in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

“Affidare i terreni pubblici ai giovani rappresenta una svolta per il Paese, crea ricchezza e nuova occupazione a sostegno della crescita di cui l’Italia ha oggi straordinariamente bisogno” ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo nel sottolineare che “in tale ottica occorre proseguire ed estendere l’esperienza della Banca della Terra per dare risposte alle nuove generazioni che hanno scelto la campagna per sviluppate traiettorie di futuro”.

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