Tra scioperi e allarmi serve garantire il diritto all’ortofrutta
L’Istat ha pubblicato sul suo sito i numeri dell’import/export dei primi 10 mesi del 2011. L’analisi dei dati quantitativi mostra una diminuzione delle esportazioni ortofrutticole italiane (-1,1%), con una crescita delle importazioni (+0,6%). La situazione non migliora se si osservano i dati in valore, con un calo delle esportazioni dello 0,7% ed un aumento delle importazioni del 5,8%. Il saldo rimane attivo (+750 milioni di euro), ma diminuisce del 16,9% in valore. A questa difficoltà del settore ortofrutticolo, sicuramente acuita nel 2011 dagli effetti dello scandalo Escherichia coli in Germania e non compensati dalle azioni messe in campo dall’Unione Europea, si sono aggiunti i danni provocati dal blocco del trasporto su gomma, con il crollo delle vendite e dei consumi. In entrambi i casi è evidente come le imprese agricole abbiano subìto situazioni del tutto estranee alla normale dinamica del mercato, dimostrando ancora una volta quanto sia fragile il settore del fresco e quanto siano necessarie misure comunitarie e nazionali a difesa di prodotti fondamentali per la salute della popolazione. La pur positiva azione attivata dall’Ue e dall’Italia – attraverso il programma “Frutta nelle scuole” – rischia di non riuscire far crescere la quota di frutta e verdura consumata nella dieta quotidiana dei giovani, se arrivano notizie “terroristiche” (come nel caso dell’E.coli) o se, più semplicemente, non si riesce a garantire la presenza del prodotto sugli scaffali. |
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