Un nuovo piano per rilanciare il settore florovivaistico
E’ in dirittura d’arrivo il piano nazionale per il settore florovivaistico 2010-2012. Il documento verrà discusso a breve, per essere poi portato all’approvazione della Conferenza Stato-Regioni. Il precedente piano di settore conteneva alcune novità positive per il settore, che però erano ben lungi dal rivoluzionare la situazione. C’erano comunque segnali importanti di una rinnovata attenzione delle istituzioni per un comparto economico che rappresenta il 6% della produzione agricola italiana, con un indotto particolarmente importante; un settore che ha una valenza importante nel contrastare le emissioni di CO2 e polveri sottili in atmosfera. Il vecchio piano aveva portato almeno tre risultati. Innanzitutto la creazione di un ufficio florovivaistico in ambito ministeriale, divenuto presto un punto di riferimento per gli operatori. Cambiava, poi, l’approccio ai bandi di ricerca nel settore, in modo da avere un maggiore collegamento tra ricercatori e imprese; un percorso iniziato, ma ancora da perfezionare. Infine, era previsto lo stanziamento di risorse economiche per attività di comunicazione specifiche, con partecipazione a spazi televisivi e creazione di trasmissioni adatte a far crescere la cultura del verde. Cosa ci si aspetta dal nuovo piano? Intanto il completamento delle attività già in essere: portare a termine il percorso di avvicinamento tra ricerca e mondo delle imprese, in modo tale che ci siano risultati concreti per le aziende florovivaistiche, e perfezionare il lancio di una campagna di comunicazione che possa far crescere la sensibilità di cittadini e amministrazioni per piante e fiori, rilanciando i consumi. Ovviamente ci sono molte attese per interventi che possano ridurre i costi di produzione diventati insostenibili per le imprese. In questo senso, è assolutamente necessario superare il contenzioso con l’Ue per l’agevolazione sull’accisa per il gasolio da riscaldamento. A livello comunitario è imprescindibile anche una maggiore attenzione per il settore, che troppo spesso è stato utilizzato come merce di scambio per accordi internazionali. Basti pensare che le agevolazioni ai paesi in via di sviluppo hanno portato nel corso degli anni a raggiungere il 95,4% di importazioni di fiori e piante nel mercato comunitario a dazio zero. In sostanza, si tratta di un settore che ha pagato un conto notevolissimo alla liberalizzazione dei mercati, senza essere compensato con misure o attenzioni specifiche. Il piano florovivaistico attualmente in discussione, che pone l’attenzione sui molti punti di debolezza e di difficoltà, deve riuscire a creare i presupposti per dare una soluzione ad almeno alcuni dei problemi sul tappeto, in modo da rilanciare un settore del Made in Italy che, ad oggi, contribuisce alla bilancia dei pagamenti nazionale con oltre 154 milioni di saldo positivo. |
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