il Punto Coldiretti

Uno studio per migliorare la sostenibilità delle filiere alimentari

Definire e sviluppare politiche per aumentare la sostenibilità delle filiere alimentari: è questo uno degli obiettivi dal progetto Strenght2Food, finanziato dalla Ue nell’ambito del programma H2020 di cui è partner Coldiretti. Alcune indicazioni arrivano dallo studio pilota condotto dall’Università di Edimburgo sulla sostenibilità delle filiere alimentari legate alle mense scolastiche.

Lo studio pilota, i cui principali risultati sono sintetizzati qui, ha analizzato gli impatti ambientali, economici e sociali di due differenti modelli di approvvigionamento alimentare da parte di altrettante scuole, situate in una contea dell’Inghilterra del nord. In una scuola l’approvvigionamento è locale e biologico, con tutta la fornitura di latte e carne proveniente da aziende locali e biologiche; nell’altra, la filiera è più convenzionale e più lunga, il latte e la carne provengono dalla regione circostante e non sono biologici.

In entrambe le scuole la gestione del servizio è data in appalto dall’autorità locale attraverso un bando, nel quale sono ben specificati i requisiti di sostenibilità, salute, nutrizione, approvvigionamento locale e formazione del personale coinvolto nella filiera. Dallo studio pilota arriva qualche suggerimento per migliorare la sostenibilità delle filiere alimentari legate alle mense scolastiche. Il primo riguarda la governance: l’autorità pubblica responsabile della definizione del capitolato di appalto per l’affidamento del servizio gioca un ruolo fondamentale, potendo inserire requisiti di ammissibilità e indicatori di performance legati alla sostenibilità in grado di orientare l’intera filiera.

In secondo luogo, lo studio rivela che, da un punto di vista ambientale, una logistica dei trasporti inefficiente rischia di rendere più inquinante una filiera corta di una lunga. L’Università di Edimburgo ha calcolato il livello di CO2 generato lungo le due diverse filiere, dalla produzione degli alimenti serviti agli scarti post-pasto. Nella filiera più lunga, dove il medesimo fornitore, nel corso di uno stesso percorso di trasporto, serve più clienti, si registrano livelli di emissioni più bassi di quanto accada nella filiera più breve in cui singoli fornitori, nel caso specifico di carne e latte, fanno frequenti spostamenti esclusivamente per fornire una sola scuola. Il terzo elemento evidenziato è che una filiera breve è in grado di generare un più alto beneficio a favore della comunità locale.

L’effetto economico del servizio mensa della Contea oggetto dello studio, calcolato utilizzando la metodologia del Moltiplicatore Locale 3, è stato pari a 2.5, ovvero a fronte di ogni sterlina spesa per il servizio dall’autorità locale e dai genitori per la retta della mensa scolastica, una sterlina e mezza è stata generata all’interno dell’area locale. Dal punto di vista economico, inoltre, un ulteriore beneficio è stato raccontato dall’azienda agricola fornitrice diretta di carne, che ha visto aumentare le visite nel proprio macello da parte dei genitori dei bambini che frequentano l’istituto scolastico. Sono queste, dunque, le principali evidenze emerse da uno studio che si inserisce nel più ampio progetto di ricerca da cui estrapolare, nel corso del suo quinquennio di implementazione, elementi utili alla definizione di misure volte a garantire sempre maggiore sostenibilità alle filiere agroalimentari.

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