il Punto Coldiretti

Vendemmia, -10% produzione ma la qualità sarà ottima

Quella di quest’anno potrebbe essere la vendemmia più scarsa del secolo, non solo in Italia ma anche a livello europeo, visto che sia in Spagna che in Francia le previsioni quantitative sono particolarmente basse. Nel nostro Paese il calo è stimato attorno al 10 per cento rispetto alla media dell’ultimo quinquennio; per quest’anno si prevede una produzione nazionale molto contenuta, intorno ai 40-41 milioni di ettolitri (con una flessione del 5% rispetto allo scorso anno nel quale c’è stata una produzione di 42,7 milioni di ettolitri), anche se la qualità delle produzioni vinicole si annuncia tra buona e ottima. Le ultime stime produttive tengono conto anche delle piogge di questi giorni, che in moltissime zone viticole hanno consentito un parziale recupero dei quantitativi previsti ancora a fine agosto.

Le precipitazioni influenzeranno positivamente anche la qualità delle uve e dei vini; soprattutto per i rossi e per le uve con epoca di maturazione media e tardiva (per i quali la vendemmia non inizierà prima della fine di settembre o nel mese di ottobre), si attendono prodotti di elevatissima qualità. Quest’annata è stata anche caratterizzata da ridotti (o in molte zone inesistenti) problemi fitosanitari delle uve, con ricadute positive sulla qualità e sulla possibilità di portare il prodotto al giusto livello di maturazione.

In ogni caso i risultati produttivi definitivi dipenderanno dall’andamento climatico delle prossime settimane, anche se il caldo e la siccità di questa interminabile estate si sono fatti sentire nei vigneti. I cali produttivi maggiori si dovrebbero comunque verificare nelle regioni che hanno sofferto di più la mancanza di precipitazioni e per le problematiche connesse alla fioritura: dalla Puglia al Veneto, dalla Lombardia alla Toscana e all’Umbria con cali produttivi fino al 20%. Riduzioni minori si prevedono in Piemonte, Trentino, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, nell’ordine di un 10% massimo, mentre il Centro Italia e le Isole (Lazio, Abruzzo, Marche, Campania, Sicilia e Sardegna) dovrebbero registrare produzioni invariate, se non in aumento. È il caso della Sicilia, che da sola dovrebbe produrre 1 milione di ettolitri in più rispetto allo scorso anno (+ 20%) anche per non aver fatto ricorso alla vendemmia verde.

La vendemmia 2012 appena iniziata (e già in parte conclusa per quanto riguarda le uve destinate agli spumanti) coinvolge 650mila ettari di vigne e oltre 250mila aziende vitivinicole, dando opportunità occupazionali sia per le persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio. Secondo una ricerca di Coldiretti, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben 18 settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie, solo per citarne alcuni. Ma la vendemmia rappresenta anche una chance lavorativa importante per immigrati e giovani anche grazie allo strumento dei voucher, i buoni lavoro introdotti per la prima volta proprio in agricoltura in occasione della campagna di raccolta delle uve dell’agosto 2008. Da allora ne sono stati utilizzati complessivamente circa 2 milioni solo per i lavoratori del settore vitivinicolo, che ne risultano essere i principali utilizzatori.

Circa il 60 per cento della produzione nazionale sarà destinata a vini di qualità con ben 517 vini a denominazione di origine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica (329 vini Doc, 70 Docg e 118 Igt). Secondo il Rapporto su vino e clima realizzato da Coldiretti la raccolta delle uve nel 2012 avviene con circa un mese di anticipo rispetto a 30 anni fa per effetto dei cambiamenti climatici che si sono verificati nella Penisola. A cambiare è stata anche la gradazione alcolica che è aumentata di circa 1 grado. Di fatto il vigneto Italia produce adesso uve più precoci, meno acide e più dolci rispetto al passato.

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