il Punto Coldiretti

Vino, storico sorpasso per l’export sui consumi interni

Per la prima volta nella storia le esportazioni di vino Made in Italy in valore hanno sorpassato i consumi nazionali nel 2010. Ad affermarlo è un’analisi della Coldiretti divulgata in occasione dell’incontro “Dal lavoro in vigna riparte l’economia”, organizzato in occasione della giornata inaugurale del Vinitaly 2011, con la partecipazione, tra gli altri, del presidente Sergio Marini e del Governatore del Veneto, Luca Zaia.

Il dato scaturisce dall’effetto congiunto dell’aumento del valore delle esportazioni che, con una crescita del 12 per cento, hanno raggiunto la cifra record di 3,93 miliardi di euro, e del contemporaneo calo del 4,8 per cento negli acquisti familiari degli italiani, secondo Ismea, che ha portato il valore delle vendite a livello nazionale a 3,89 miliardi di euro. Il risultato è stato comunque un aumento del fatturato complessivo che è passato da 7,6 a 7,82 miliardi di euro del 2010, con un aumento del 3 per cento.

L’anno scorso ha segnato dunque una svolta epocale sul mercato che è destinata a condizionare fortemente la produzione e la distribuzione del vino Made in Italy che dovrà fare i conti con il mutato scenario internazionale. Non è infatti un caso che lo storico sorpasso delle esportazioni sui consumi interni avviene proprio nell’anno in cui gli Stati Uniti sono diventati per la prima volta il Paese dove si consuma complessivamente la maggior quantità di vino al mondo davanti rispettivamente a Francia ed Italia, secondo il report di Gomberg-Fredrikson nel 2010, durante il quale gli americani avrebbero consumato 329 milioni di casse da 12 bottiglie in mercato che, solo nel canale retail, vale 30 miliardi di dollari.

Nonostante la produzione californiana rappresenti il 61 per cento del vino consumato negli States, nel 2010 è cresciuto l’export del vino Made in Italy che ha conquistato il primato tra i vini stranieri. Negli Usa, dove si realizza oltre un quinto del fatturato all’estero, il vino italiano è cresciuto in valore dell’11 per cento ed è leader di mercato davanti a Francia e Australia  mentre l’aumento è stato “appena” del 4 per cento nel mercato tradizionale della  Germania che rimane comunque la destinazione più importante.

Non mancano però risultati sorprendenti sui nuovi mercati come la Cina dove è addirittura raddoppiato nel 2010 il valore del vino Made in Italy esportato con un aumento del 108 per cento o in India con un + 65 per cento, mentre la Russia con un aumento del 58 per cento e un valore delle esportazioni nel 2010 di 104 milioni di euro è divenuto uno dei principali partner commerciali.

Alla domanda in crescita sui nuovi mercati si contrappone il preoccupante calo a livello nazionale con le famiglie italiane che nel 2010 hanno speso più per acquistare acqua minerale che vino. Negli ultimi 30 anni in Italia si è praticamente dimezzato il consumo procapite di vino che è sceso a circa 40 litri a persona per un totale di poco più di 20 milioni di ettolitri.

La forte diminuzione nelle quantità di vino acquistate dagli italiani, che ha avuto una accelerazione negli ultimi dieci anni, in cui si è verificato un calo del 20 per cento, è stato accompagnato da un atteggiamento più responsabile di consumo. Insieme al cambiamento delle abitudini alimentari soprattutto nelle ristorazione a far calare la domanda sono state, oltre ai ricarichi eccessivi, le campagne antialcol e la stretta sulle norme del codice della strada che hanno colpito indiscriminatamente anche il vino che è in realtà caratterizzato da un più responsabile consumo abbinato ai pasti che non ha nulla a che fare con i binge drinking del fine settimana.

Un problema se si considera anche che dalle 500mila aziende italiane che hanno la vigna nascono opportunità di lavoro per 1,2 milioni di persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse e di servizio. Senza dimenticare che il settore offre anche occasioni di integrazione recupero, mettendo in atto quello che potremmo definire un “welfare in bottiglia” che permette di dare lavoro ai cittadini stranieri ma anche di valorizzare le iniziative che vedono coinvolti diversamente abili, carcerati ed ex tossicodipendenti, come illustrato nel’esposizione realizzata sempre al Vinitaly dalla Coldiretti.

Ma il vino è anche il settore dove sono stati utilizzati il maggior numero di voucher o buoni lavoro tra le diverse attività agricole ed extragricole. I voucher sono stati introdotti in via sperimentale proprio nel vino nella vendemmia 2008 e da allora (1/8/2008) ne sono stati utilizzati complessivamente 12,3 milioni dei quali 3,4 milioni in agricoltura di cui 1,8 milioni per la vendemmia secondo una elaborazione della Coldiretti.

“Si tratta di un contributo alla trasparenza del lavoro che ha certamente sostenuto la crescita dell’occupazione in agricoltura che nel 2010 è stato il settore con il più elevato tasso di crescita”, ha commentato il presidente della Coldiretti Sergio Marini. Proprio le problematiche del lavoro sono state al centro di un incontro con il Ministro Maurizio Sacconi.

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