Vino, un futuro “in scatola” anche per le doc?
Presto sugli scaffali dei supermercati potrebbero fare la loro comparsa dei vini Doc (a Denominazione di origine controllata) confezionati in contenitori alternativi rispetto a quelli che conosciamo. Se ne discuterà in settimana presso il Ministero dell’Agricoltura, quando sarà presentata la bozza di un provvedimento che permetterebbe ai vini Doc di essere immessi commercio sul mercato in contenitori diversi dal vetro. Sulla base dei dati forniti dal Ministero, il segmento “bag in box” (contenitori in tetrapak simili a quelli attualmente utilizzati per il latte, per i succhi di frutta e per qualche vino a basso costo) avrebbe raggiunto quote rilevanti in alcuni mercati esteri, con un trend in continua crescita anche grazie al fatto che in alcuni Paesi questi contenitori godono di incentivazioni fiscali. Ecco perché si ritiene che, oltre al gradimento finora dimostrato dai consumatori, il segmento sia inevitabilmente destinato a crescere. Ma in Italia, l’attuale normativa nazionale impedisce il confezionamento di vini Doc in “bag in box”, e quindi le nostre aziende non possono approfittare dell’opportunità. Secondo alcune indiscrezioni, il testo normativo che verrà presentato sarà basato su tre principi di base che prevedono la possibilità di utilizzare i “bag in box” demandando al recepimento nel disciplinare di produzione della singola denominazione; saranno escluse dall’utilizzo le denominazioni che riportano alcune menzioni tipo “riserva” e “superiore”; l’autorizzazione sarà limitata ai contenitori aventi capacità pari o superiore a 3 litri. |
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