il Punto Coldiretti

Voucher, ok al restyling che tutela le aziende agricole

Via libera al restyling dei voucher che consentirà un utilizzo dei buoni lavoro più in linea con le esigenze delle aziende agricole e delle migliaia di studenti e pensionati interessati a lavorare in campagna per integrare il proprio reddito.

Lo rende noto la Coldiretti in riferimento alla  circolare del ministero del Lavoro che ha rivisto alcuni aspetti importanti dei buoni con cui vengono remunerate le prestazioni lavorative accessorie di studenti e pensionati. Le nuove indicazioni rileggono i contenuti della circolare n. 4/2013 relativa  alla riforma Fornero alla luce della necessità di un governo del sistema compatibile con la specifica realtà agricola e soprattutto per scongiurare il rischio che tutto il lavoro di emersione fino ad oggi svolto potesse venire irrimediabilmente perduto.

In particolare non trova al momento applicazione la limitazione temporale di utilizzo entro 30 giorni dall’acquisto del voucher mentre l’autocertificazione resa dal prestatore d’opera, viene a costituire elemento sufficiente ad evitare in capo al datore di lavoro conseguenze sanzionatorie in caso di false attestazioni. Infine, il valore del voucher fissato a dieci euro non corrisponde più ad un’ora di lavoro, come nel passato.

L’istituto del lavoro occasionale accessorio è nato nel 2008 esclusivamente per il settore agricolo e solo successivamente è stato esteso ad altri settori. Una storia di successo tanto che da allora sono stati venduti 4,9 milioni di voucher da 10 euro  per 110mila lavoratori. Il sistema dei voucher ha consentito nel tempo di coniugare gli interessi sia dell’impresa agricola – per il suo basso livello di burocrazia – che dei pensionati, studenti e disoccupati  – per le opportunità di integrazione al reddito che è in grado di assicurare – in un quadro di legittimità e tutela anche assicurativa senza per questo, soprattutto nelle regioni dove è più utilizzato, generare alterazioni del sistema del mercato del lavoro o interferenze con i contingenti della manodopera dipendente.
 
Uno strumento quindi, come voluto dal Legislatore originario, di contrasto al lavoro sommerso per segmenti marginali di occupazione, idoneo nel contempo ad assicurare, soprattutto in un periodo di congiuntura economica, una giusta integrazione al reddito per fasce deboli del mercato del lavoro, ma certamente anche in grado di avvicinare al mondo dell’agricoltura molti giovani/studenti e preservare il patrimonio di esperienza e professionalità di molti anziani/pensionati.

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